ROMA. Nel 2013 si sono stati almeno 51 i furti di farmaci negli ospedali italiani, con un’incidenza maggiore nelle regioni con alti livelli di criminalità organizzata (Sud Italia) e in quelle di confine, geograficamente prossime all'Europa dell'Est e alla Grecia, "probabili destinazioni dei medicinali rubati".
In particolare, Campania e Puglia rappresentano il 45% dei casi totali, seguite dal Molise; al Centro e al Nord le regioni più colpite sono invece Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
E' quanto emerge dallo studio pubblicato da Transcrime, il Centro interuniversitario di ricerca sulla criminalità transnazionale dell'Università Cattolica di Milano e dell'Università degli Studi di Trento, pubblicato sul sito dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
Negli ultimi anni, infatti, nel nostro Paese si assiste a un incremento significativo dei furti di medicinali negli ospedali.
Lo studio ha analizzato il fenomeno attraverso una rassegna delle notizie riportate dai giornali italiani tra il 2006 e il 2013: un ospedale italiano su dieci ha subito un furto di farmaci con una perdita, per ogni episodio, pari a circa 330 mila euro; negli ultimi 7 anni il danno complessivo è stimabile intorno ai 18,7 milioni di euro.
Le strutture che hanno registrato il numero maggiore di furti sono quelle più grandi in termini di dimensioni e attività (con un maggior numero di discipline/reparti), strutture più vulnerabili e difficilmente sorvegliabili per via del maggior turnover del personale tutto e della propria estensione, come per esempio il Federico II di Napoli e il Cardarelli di Campobasso.
Il fenomeno, spiega lo studio, può essere determinato da una varietà di fattori: la necessità di acquistare medicinali a prezzi più bassi di quelli del mercato legale (se non rimborsati dal Ssn) o di reperire farmaci carenti, oppure la volontà di ricorrere a farmaci e sostanze attive legali per finalità illegali (ad esempio l'uso di Epo nel doping).
A finire nel mirino dei ladri di farmaci sono i medicinali più costosi: gli antitumorali (sottratti in 32 casi), seguiti dagli immunosoppressori (13 casi), gli antireumatici (12) e i farmaci biologici (10), ma anche medicinali usati per fini illeciti e quelli correlati agli stili di vita, come quelli per il trattamento delle disfunzioni erettili.
Nella maggior parte dei casi si tratta di farmaci di classe H o A, la cui spesa è interamente a carico del Ssn. È presumibile inoltre, secondo lo studio, che questi prodotti vengano reimmessi sul mercato illegale, a livello nazionale ma anche all'estero, in Paesi caratterizzati da un sistema sanitario più debole o da difficoltà di accesso ai canali legali (come appunto Est Europa e Grecia). La geografia dei furti, la tipologia dei farmaci sottratti e le modalità di ricettazione confermano l‘ipotesi che in questa attività illecita possa essere coinvolta la criminalità organizzata, sia italiana sia straniera (soprattutto dell'Est Europa), in grado di 'piazzare' i medicinali sul mercato illegale, anche estero.
Le ragioni per cui il settore farmaceutico è vulnerabile al traffico illecito, spiega lo studio, sono molteplici: i farmaci sono beni primari, non sostituibili; la loro domanda è in continuo aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione e dei cambiamenti delle abitudini; il loro valore commerciale è generalmente alto, soprattutto per quelli usati nella cura di patologie gravi; non tutti i farmaci sono accessibili gratuitamente o a basso prezzo (alcuni farmaci possono essere distribuiti solamente dagli ospedali o sotto il controllo di uno specialista). Inoltre, volume ridotto e peso leggero li rendono facilmente occultabili e trasportabili.
La domanda di farmaci è quindi in costante aumento, sui mercati legali come su quelli illegali e le organizzazioni criminali cercano di soddisfare questa domanda usando tutti i mezzi possibili, dalla contraffazione ai furti. "Si tratta di un tema cui l'Aifa - ricorda l'Agenzia - dedica da tempo attenzione, come testimoniato dall'avvio, in collaborazione con Farmindustria, Asso-Ram e Comando Carabinieri Ts-Nas, di un progetto pilota che, attraverso la condivisione dei dati relativi ai furti, aggiornati costantemente sulla piattaforma messa a disposizione dall'Aifa, ha l’obiettivo di delineare adeguate strategie in termini di prevenzione e contrasto".
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