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Essere Infermieri oggi

di Redazione

infermieriCivili

Tutto ciò che penso della professione più bella del mondo.

FIRENZE. Mi chiamo Mario, sono un infermiere di 31 anni. Laureatomi nel 2006, ho sempre pensato a cosa fare per migliorare e rendere più innovativa questa professione; ma per fare ciò ho dovuto lavorare prima su me stesso investendo gran parte del mio tempo sulla formazione.

Dai Master in Coordinamento, Infermieristica legale e forense, alla laurea in Scienze Politiche, tutto speso in funzione di questa professione. Questo, insieme agli anni di esperienza sul campo, circa dieci, mi fanno essere in grado oggi di esprimere qualche considerazione sull’infermiere.

A mio parere, “l’infermiere di oggi" è quella figura non riconosciuta dall’utilità sociale... ma senza la qual figura , l’utilità sociale sarebbe persa e priva di senso.

Quante volte e credo che sia capitato a chiunque eserciti questa professione di trovarsi a rispondere a domande del tipo: ma cosa fa veramente l’infermiere?...domanda a mio avviso dalla risposta vana ed impossibile…come si fa a spiegare le miliardi di attività di cui siamo partecipi?

Non credo sia opportuno elencare tutto quello di cui si occupa un infermiere, ma volendo riassumere nel modo più completo possibile credo che basti pensare alla figura dell’infermiere del Pronto Soccorso, solo qui l’utente si rende veramente conto di quanto e cosa fa l’infermiere.

Mi piace descrivere l’infermiere di Pronto Soccorso come l’anello fondamentale e necessario dell’intera catena assistenziale: pensiamo ad esempio al TRIAGE (tra l’altro stupidamente interpretato dai nostri media) o alla vera e proprio urgenza e/o emergenza, solo analizzando questi due percorsi ci si rende conto di quanto le prime miliardi di attività dell’infermiere si sviluppano a livello mentale e da qui che prendono il via l’organizzazione e la trasformazione dei processi che portano all’attività pratica in senso vero e proprio.

Non solo quindi professione di mera pratica ma soprattutto professione intellettiva, cioè prima del “fare” bisogna soprattutto sapere che cosa si sta per “fare”, chiunque è in grado oggi, dopo averlo provato, fare un intramuscolare o quant’altro, ma saper cosa si sta facendo è tutt’altra cosa.

Questo credo sia il messaggio da dare della nostra professione e questo può avvenire solo mediante l’informazione/educazione e ciò dipende solo ed esclusivamente dal nostro operato.

Essere infermieri oggi, è qualcosa di complesso e complicato, non alla portata di tutti ed è quindi responsabilità di chi ha la fortuna di operare per questa meravigliosa professione dar ad essa nuova luce, improntata sul sapere scientifico e sul senso di responsabilità che da sempre ci contraddistingue.

Mario Angione, Infermiere

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