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Emergenza patologie fumo-correlate. 3000 nuovi casi di tumore solo in Piemonte

di Redazione

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TORINO. Gli Pneumologi del Piemonte rilanciano con forza l’allarme attraverso il convegno "Polmoni in fumo", che si è svolto a Torino sabato 14 giugno 2014 dalle ore 9.00 alle 16.30 presso il Centro Congressi Envipark di Via Livorno 60, aperto a tutte le figure professionali coinvolte nella gestione delle patologie respiratorie o nella prevenzione.

“Lo pneumologo, specialista delle malattie dell'apparato respiratorio, si trova ogni giorno di fronte a persone che soffrono a causa di due gravi malattie, la broncopneumopatia cronica ostruttiva altrimenti conosciuta con l'acronimo di BPCO e il tumore del polmone – spiega il Dott. Claudio Zamprogna, Direttore Pneumologia Ospedaliera ASL TO 2 e Responsabile Scientifico del convegno – il fumo di tabacco è di gran lunga il fattore di rischio più importante per entrambe le malattie e quindi è frequente ritrovarle entrambe nello stesso individuo”.

 

La BPCO, meno conosciuta dal grande pubblico, colpisce nella sola Torino circa 40 000 soggetti (pari al 3-4% della popolazione torinese) e, nelle sue fasi di riacutizzazione, è la prima causa di ricovero ospedaliero nonché la quarta causa di morte nei paesi sviluppati (l'OMS prevede che nel 2020 salirà al terzo posto). In Piemonte ogni anno vengono diagnosticati circa 3000 nuovi casi di TUMORE POLMONARE e 2400 persone muoiono ogni anno per questa malattia (un milione e cinquecentomila nel mondo).

 

Il tumore del polmone è la prima causa di morte per cancro negli uomini e la seconda tra le donne: il Rapporto Nazionale sul fumo 2013 (OSSFAD-ISS) ha infatti evidenziato come l’abitudine al fumo sia stazionaria in Italia e come la piccola riduzione in ambito maschile sia compensata da un sensibile incremento tra le donne. Nuovi dati hanno dimostrato che anche l'inquinamento atmosferico è fattore di rischio di neoplasie polmonari e BPCO, certamente in misura inferiore rispetto al fumo, ma temibile perché diffuso su gran parte della popolazione.

 

“Gli pneumologi ogni giorno constatano amaramente il carico di sofferenza umana, i costi sociali ed economici legati alle malattie correlate al fumo di tabacco – commenta il Dott. Zamprogna – sono stati fatti passi in avanti nelle tecniche diagnostiche e nelle terapie, ma è necessario ribadire che smettere di fumare o ancor meglio non iniziare è l'unico modo per ridurre concretamente il rischio di ammalarsi e morire per queste patologie. L'inquinamento dell'aria non deve rappresentare in nessun modo un alibi per i fumatori”.

 

Il convegno torinese ha visto la partecipazione di relatori nazionali di alto profilo scientifico e si propone di fornire ai partecipanti conoscenze rigorose e aggiornate e strumenti utili per affrontare la battaglia contro il fumo e i fumi.

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