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Area medica

Eiaculazione ritardata

di Maria Cristina Iannacci

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MODENA. Le donne che richiedono una consulenza sessuologica per l’incapacità del proprio partner di “godere” del rapporto sessuale sono sempre più numerose. Il termine tecnico per descrivere questa disfunzione, di cui soffrono molti più uomini di quanto si pensi, è eiaculazione ritardata. Il fatto che questi uomini durino così a lungo e “non vengano mai” rappresenta oggetto di invidia da parte di tanti eiaculatori precoci. Si tratta invece di un problema molto frustrante per la coppia, per l’uomo e non ultimo per il sessuologo clinico, che allo stato attuale delle conoscenze, non dispone di tanti mezzi terapeutici.

 

Andiamo con ordine. L’eiaculazione ritardata nella sua forma lieve prevede comunque eiaculazione in vagina ma solo dopo un rapporto vigoroso e prolungato, spesso estenuante (30-45 minuti). La forma un po’ più grave è caratterizzata dalla assoluta incapacità da parte dell’uomo di eiaculare in vagina ma la stimolazione manuale o orale permette di concludere il rapporto all’esterno. Talvolta anche il solo “uscire” consente all’uomo di lasciarsi andare.

 

Ancora più severo è il quadro in cui la presenza della partner impedisce di fatto l’eiaculazione, rendendo necessaria la masturbazione anche dopo ore dal rapporto in assoluta riservatezza. C’è chi parla di “anorgasmia da partner” e di orientamento sessuale né etero né omo bensì “auto-sessuale”: in sostanza il paziente trova eroticamente eccitante soltanto il proprio toccarsi e prova maggior piacere dalla masturbazione che dai rapporti sessuali con la partner.

 

La forma più grave in assoluto prevede la totale impossibilità di eiaculare, con svuotamento inconscio del liquido seminale, senza alcun percorso erotico. E’ un’evenienza rara che spesso accompagna problemi psicologici profondi, a volte sindromi psichiatriche o patologie organiche severe che coinvolgono anche le strutture che regolano la funzione eiaculatoria, di cui in definitiva la disfunzione sessuale rappresenta un epifenomeno, la punta dell’iceberg.

 

Esiste anche la possibilità per l’uomo di avere l’orgasmo in assenza di eiaculazione, una sorta di orgasmo asciutto, che configura un’altra patologia, la cosiddetta eiaculazione retrograda, spesso causata da patologie organiche, ad esempio disturbi neurologici e diabete di cui non mi occuperò in questo articolo.

 

La coppia giunge in consulenza quasi sempre su richiesta o franca insistenza della partner la quale, dopo un periodo di soddisfazione ed esaltazione per rapporti prolungati e multi-orgasmici (specie se la donna è molto reattiva a livello vaginale!!!), sperimenta una fase di frustrazione, preoccupazione e smarrimento con profondi dubbi sulla propria seduttività. All’incertezza sulla propria capacità di soddisfare sessualmente il compagno si associa inevitabilmente un disagio fisico locale, sottoforma di infiammazione con bruciore fino al dolore più o meno intenso causato dall’eccessivo attrito per il prolungamento della fase coitale. Il circolo vizioso che si instaura bene presto è chiuso dalla diminuzione sempre più forte del desiderio sessuale che anticipa il rapporto e che induce ad un comportamento evitante da parte della donna.

 

Nelle coppie con rapporto strutturato in due tempi, penetrazione per la soddisfazione di lei e sesso orale per il piacere maschile, con raggiunto e stabilizzato equilibrio erotico, il colloquio sessuologico viene in genere richiesto solo per superare il problema riproduttivo. Si tratta in genere di coppie di lunga data in grado con i propri strumenti psicologici di superare la difficoltà sessuale, fino alla erotizzazione della modalità in due tempi di fruizione del piacere.

 

Tralasciando il quadro grave, di pertinenza più medica che sessuologica, nelle forme più lievi, che sono anche le più frequenti, spicca la caratteristica della situazionalità, ovvero la disfunzione si accentua o compare con determinate partner, in determinate occasioni, inducendo l’uomo ad una sorta di “finzione”, che ricorda la finzione femminile nella anorgasmia. Sarà solo con una amante “degna” di onestà sessuale che l’uomo si avvicina al riconoscimento della propria disfunzione e chiede inconsciamente aiuto alla partner.

 

Nei casi di eiaculazione ritardata situazionale la componente psicologica nel determinismo della disfunzione è palese: quella specifica partner induce nella psiche maschile meccanismi inconsci di protezione nei confronti di un comportamento in ultima analisi “pericoloso” per il suo equilibrio. In base alla mia esperienza clinica, questi soggetti presentano spesso dei tratti ossessivi di personalità per cui tendono a tenere tutto sotto controllo e l’orgasmo rappresenta quasi per definizione un momento di perdita di controllo della realtà.

 

Ripetuti episodi di ritardata o mancata eiaculazione dopo anni di vita sessuale soddisfacente devono imporre una accurata anamnesi da parte del sessuologo clinico, perché molte terapie, ad sempio con antidepressivi, possono dare periodi di normale desiderio sessuale ma anorgasmia. Alcune malattie neurologiche progressive come la sclerosi multipla, possono dare segno di sé con allungamento dei tempi per il raggiungimento dell’eiaculazione, per cui è sempre consigliabile un colloquio, una semplice consulenza con uno specialista medico per il corretto inquadramento della disfunzione.

 

Forme lievi e passeggere di anorgasmia nell’uomo accompagnano spesso periodi di difficoltà intrapsichiche o relazionale, momenti di stress anche lavorativi e sono non raramente di spontanea risoluzione. Ma non sempre è così. Quando l’inibizione è più severa e caratterizza da sempre la propria vita sessuale, con mancanza di orgasmo-eiaculazione in presenza della partner, l’uomo non nega o abbrevia il rapporto, non nega il raggiungimento del di lei piacere, semmai priva la partner del proprio orgasmo: deprivare la compagna sessuale del proprio piacere viene interpretato dagli analisti come una forma di rifiuto o aperta ostilità nei confronti della donna. In ultima analisi, credo che le forme gravi di eiaculazione ritardata siano di pertinenza dello psicologo-psicanalista, perché il problema risiede nella profondità, nelle paure inconsce del soggetto.

 

Le terapie a disposizione non sono tante e i risultati sono alterni. A terapie di tipo comportamentale (psicoterapia mansionale intergrata) che coinvolge la coppia, si stanno associando terapie con specifica terapeuta che in un certo senso “assorba” l’odio inconscio per il sesso-calvario. Sono allo studio inoltre soluzioni farmacologiche di cui ne sapremo di più in futuro.

 

Considerando le molteplici cause di questa disfunzione penso che un colloquio col sessuologo clinico, quindi un medico esperto di sessuologia, sia il promo passo da compiere per il paziento affetto da eiaculazione ritardata, perché l’individuazione dei fattori di rischio o degli ostacoli al raggiungimento del piacere e la loro rimozione rappresenta la tappa fondamentale, a volte sufficiente, per un netto miglioramento della vita sessuale sua e della coppia.

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M.C. Iannacci è Medico Chirurgo - Specialista in Ginecologia e Ostetricia - Perf. in Sessuologia Clinica - Perf. in Agopuntura

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Commenti (2)

Gattaccio Selvatico

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2 commenti

fattore ibrido seconda parte

#2

-seguito-
come dicevo, due fasi che si alternano. Una è costituita un periodo di sovraeccitazione. Posso avere anche più di dieci rapporti al giorno e un numero superiore di orgasmi, anche multipli, durante lo stesso rapporto. L'altra fase è di totale apatia sessuale. Faccio un calcolo cinico, dopo due o tre giorni, faccio finta con mia moglie di avere desiderio (lo faccio perchè lei ha i suoi diritti) e consumo un rapporto, senza arrivare, per scelta a volte, a volte per incapacità, all'orgasmo. Questo è il periodo in cui sto meglio, perchè almeno sono "tranquillo". L'altra fase, può apparire fortunata ma non lo è affatto. Il fatto di avere più rapporti ed orgasmi è legato unicamente alla totale assenza di soddisfazione. A volte, durante questo periodo, che dura poco meno di trenta giorni, come l'altro, mi pare di impazzire. E' come avere sete e cercare di dissetarsi bevendo da un bicchiere vuoto. Un girone dantesco, mi creda! Grazie e buona giornata a lei e colleghi.

Gattaccio Selvatico

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2 commenti

Esiste un fattore ibrido

#1

Buon giorno dottoressa, grazie per il bell'articolo. Non sono operatore sanitario ed eventualmente chiedo di cancellare il mio profilo. Stavo cercando eventuali esperienze simili alle mie e ho trovato casualmente questo articolo.
Esiste un caso, come quello che sto vivendo io, che porta ad eiaculazione ritardata. Si tratta dell'eiaculazione retrograda indotta. Su consiglio dell'urologo, per far fronte a problemi minzionali, con tanto di ritenzione urinaria di 200 ml e flusso ipovalido, pare per sclerosi del collo vescicale, assumo un alfalitico, che migliora l'aspetto idraulico, ma causa eiaculazione retrograda e conseguentemente, anche ritardata o impossibile. Mi spiego. A differenza di quanto spergiurano gli urologi, l'eiaculazione retrograda toglie praticamente completamente il piacere. Inoltre ha un fortissimo impatto psicologico. Per dirla in maniera "povera", ti senti un "mezzo uomo". Il fenomeno è sottostimato in maniera impressionante, ti dicono "tanto a cinquant'anni mica vuoi avere figli". Vero, ma la differenza sta tra lo stare seduti per riposarsi e lo starci perchè costretti su una sedia a rotelle! Le stesse donne che vanno in menopausa, spesso sviluppano problemi psicologici, che devono essere (cosa sacrosanta) trattati da un professionista! E stiamo parlando di un evento naturale, figuriamoci un uomo, che si trova a far fronte ad un problema che, a differenza della donna, è visibile (immaginiamo tutti il perchè) e soprattutto, causato da patologia! Eppure siamo lasciati completamente soli e sottilmente derisi, se solleviamo la questione! Comunque, come si vive la sessualità con eiaculazione retrograda? Con eiaculazione ritardata e impossibile in alcuni periodi. Personalmente, cosa che mi hanno detto anche altri pazienti conosciuti in reparto e nelle sale d'aspetto, attraverso due fasi, che si alternano.
-segue dopo-