ROMA. Siglato il 10 luglio dopo un'attesa lunga sei anni, questo il tempo di discussione per raggiungere la firma all'accordo tra lo Stato e le Regioni. Patto che cambia il sistema sanitario italiano e riguarda 60 milioni di cittadini. Tra le novità, dopo anni di tagli lineari le Regioni avranno certezza di budget, sarà possibile avviare una programmazione triennale, ma entriamo nello specifico con i punti princilpali.
L'obiettivo è rendere il sistema sanitario sostenibile di fronte alle nuove sfide: l'invecchiamento della popolazione, l'arrivo dei nuovi farmaci sempre più efficaci ma costosi, la medicina personalizzata.
Lotta agli sprechi e alle inefficienze, risparmi da reinvestire in salute. Garantire a tutti l'accesso alle cure, ai farmaci e uno standard qualitativo di assistenza. Aggiornare i Lea significa togliere prestazioni e cure ormai obsolete, che comunque costano, e sostituirle con nuove e moderne cure più efficaci per la cura delle malattie.
Viene aggiornato anche il nomenclatore per garantire ai cittadini protesi moderne: era fermo da quindici anni.
Umanizzazione delle cure è il fulcro del nuovo Patto. Inserite nei LEA tutte le malattie rare.
Riorganizzare gli ospedali, potenziare la medicina dei territorio significa creare una rete di assistenza molto più efficiente e capillare ed evitare l'ingolfamento dei grandi ospedali.
Riorganizzare la medicina del territorio con ruoli da protagonisti per i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e farmacie di servizio.
Il Patto prevede la riorganizzazione del personale e lo sblocco del turnover: il che significa assunzioni, riduzione del precariato e miglioramento nell'assistenza e nelle cure. La sanità digitale è grande fonte di risparmi: mettere in rete farmacie dei servizi, medici di base, le strutture ospedaliere per monitorare tutto il sistema, con la massima trasparenza e la possibilità di intervenire quando le cose non funzionano.
Il servizio SOS Aziende, il nuovo sistema di tracciabilità e trasparenza degli atti amministrativi si potrà quantificare la spesa, misurare i livelli di assistenza e affrontare tempestivamente crisi e bilanci in rosso.
Nuove regole per la nomina dei direttori generali, non più scelti dalla politica, ma sulla base delle competenze e dell'esperienza nel settore.
Aggiornamento del prontuario dei farmaci ma anche la possibilità di una politica nazionale del farmaco che eviti la frammentazione regionale che danneggia gli investimenti.
Con la riforma dell'Aifa e dell'Istituto Superiore di Sanità saranno più facili e incisivi i controlli e il sistema sanitario diventerà molto più competitivo per attrarre investimenti dall'estero.
Previste risorse per ammodernare gli ospedali e per tutti gli interventi strutturali necessari.
In fine la revisione dei ticket per un sistema più equo ed efficiente. Curare i pazienti a casa: l'assistenza territoriale cambia volto, riduce i costi e migliora la qualità del servizio.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?