"Sono sicula e ho deciso di allontanarsi dalla mia famiglia per studiare a Milano. Ingenti i sacrifici a cui tutti i miei sono stati sottoposti. Pensavo di trovare lavoro a Milano, ma non è stato così"
MILANO. "Sarei una infermiera, ma disoccupata". Sono le prime parole di Clara Canonico, 34 anni, collega precaria fin dal lontano 2012, in risposta alla nostra richiesta di intervista. La nostra interlocutrice si è laureata alla Università Statale di Milano (sezione Don Carlo Gnocchi) con una tesi su "Ruolo infermieristico nella valutazione del dolore del paziente pediatrico sedato profondamente e curarizzato. Indagine conoscitiva nelle Terapie Intensive pediatriche" (relata da Laura Stabilini e co-relata da Mirella Costanza).
"Dal gennaio 2013 al novembre 2014 ho lavorato si con una cooperativa. Esperienza più che deludente. Ho aperto pure la partita Iva e poi l'ho chiusa - ci spiega Clara - e se penso ai contributi pagati ma che non mi saranno riconosciuti, mi rendo conto che tutto è uno schifo".
A lei abbiamo posto alcune domande: Sei Infermiere dal 2012 e hai avuto delle esperienze di lavoro diciamo sfortunate. Hai ancora voglia di rimanere in Italia? Rispetto alla tua esperienza formativa: cosa cambieresti nei piani didattici e formativi della tua università? L'Università in cui hai lavorato ti ha formata rispetto alle esigenze reali del mercato del lavoro? Prima di aprire (e poi chiudere) la P. IVA hai chiesto ed ottenuto il supporto di qualche collega o di qualche Ente tipo Ipasvi o Enpapi? Se ti chiedessero di trasferirti per lavoro a Londra o Berlino ci andresti?
Vediamo cosa ci ha risposto:
"La formazione che ho ricevuto e stata ottima, sia per la didattica che per le ore infinite di tirocinio. Per quanto riguarda le richieste di mercato, la libera professione finché non la svolgi ha il suo punto di domanda. E ti dirò che la società in cui viviamo è aperta e non fa storie se va dal medico specialista, fa la visita e si paga un compenso più che oneroso senza emissione di fattura ma si lamenta e finisce male se chiama al domicilio un infermiere libero professionista per il posizionamento di un catetere vescicale che al termine del suo intervento vorrebbe essere pagato facendoti anche la ricevuta. Non ho chiesto supporto poiché certe situazioni a lungo andare ti stancano. Se mi chiedessero di andate a Berlino o Londra, andrei. Conosco la realtà lavorativa di entrambi, più avanzata l'una meno l'altra. Sarebbe una buona opportunità. Volevo aggiungere solo due cose. Io sono sicula e ho deciso di allontanarsi dalla mia famiglia per studiare a Milano. Ingenti i sacrifici a cui tutti i miei familiari sono stati sottoposti, ma fieri di me che ho raggiunto un obiettivo così grande. Una volta laureata ho sperato di poter trovare lavoro laddove ero stata formata. Così non è stato, che gran delusione. Ho trovato ingiusto che alcuni colleghi di corso abbiano avuto la possibilità di poter fare colloqui ed io no... E non penso che il collegio di appartenenze mi rappresenti e mi tuteli. Sono disoccupata, ddevo pagare ugualmente la tassa di iscrizione e se voglio aggiornarmi devo pagare in egual modo. Non mi pare sia corretto ma è così che funziona. Mi hai chiesto se sarei disposta a lavorare altrove? Yes of course! L'Italia è solo il mio paese natio. Per il resto, è solo una porcilaia. Grazie per l'attenzione".
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