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Testimonianze

Ma che tristezza, basta guerre tra vecchi e nuovi Infermieri

di Redazione

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Pubblichiamo il commento di Paolo Forte, infermiere e scrittore, che invita i colleghi a "stare più calmi" e a "collaborare".

REDAZIONE. La nostra intervista ad uno Studente di Infermieristica del Sud Italia ha scatenato sui social-network un interessante dibattito sul livello e sulla qualità dei tirocini clinici in ambito universitario. Tante le segnalazioni e i commenti giunti in redazione e sulla nostra pagina Facebook. Tra questi vogliamo riportare il commento di Paolo Forte, noto infermiere e scrittore, che pubblichiamo per intero.

Ma che tristezza... Come sempre siamo i campioni dell'autolesionismo. Pronti a sbandierare fieramente il proprio IO, sempre IO, IO. Mai a ragionare come categoria, mai. Vecchi infermieri (e vecchi pensieri), contro giovani infermieri (e pensieri ancora immaturi). Perché questa stupida battaglia (assolutamente inutile), avviene solo tra di noi? Perché? Non c'è alcuna speranza per la nostra categoria e un futuro privo di gratifiche. Ai vecchi infermieri: onore a voi, io non sarei stato in grado di fare quello che voi avete fatto e passato quello che voi avete passato. Avete dalla vostra l'esperienza e una diversa impostazione mentale. Ma dovete prendere atto che i tempi sono cambiati (in questa come in altre cose). Non so se in bene o in peggio, ma sono cambiati e opporsi al cambiamento vi rende soltanto ridicoli e attira unicamente ostilità. E questo non ve lo meritate. La professione, quella che è stata anche la vostra, oggi è profondamente diversa, che lo condividiate oppure no. Criticate i ragazzi perchè non sanno mettere un catetere. Non lo sanno fare perché durante il tirocinio molti hanno incontrato tutor che non glielo hanno insegnato. Perchè sono le prime vittime di un corso di laurea senza capo né piedi. Ai giovani infermieri: fate parte di quei giovani diversi dai vostri coetanei. Perchè avete avuto il coraggio di intraprendere una carriera difficile, colma di sacrifici e privazioni. Non perdetevi nel formalismo o nel conformismo. Siate competenti e responsabili, ma siate coscienti che tutto questo non compare magicamente con la firma del certificato di laurea. Deve essere guadagnato. E' complesso e avrete tutti contro, ma siate elastici, sappiate farvi rispettare per la vostra capacità di imparare sul campo e non per i titoli. Altrimenti darete soltanto l'impressione di essere dei medici mancati o, peggio, degli infermieri frustrati. Finiamola con l'eterna lotta tra di noi, nessuno ha la verità né la ragione assoluta. Abbiamo già contro l'universo (dai pazienti ai politici), almeno tra di noi... Ma so già che è una battaglia persa in partenza.

Paolo Forte, Infermiere e scrittore

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