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Campania. Regione canaglia, virtuosa per bocca di Caldoro

di Gennaro Esposito

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NAPOLI. Allora siamo quasi alla fine dei giochi, 26 settembre 2014, il Governatore della Regione Campania e Commissario ad acta per la Sanità, Stefano Caldoro ha dichiarato: “Abbiamo azzerato i vecchi debiti e risanato la sanità regionale".

"Grazie a questo risultato − ha continuato − ci siamo potuti sedere al tavolo romano e abbiamo conquistato circa 360 milioni di euro in più, non avveniva da otto anni.  Ma la cosa più importante è essere riusciti a ottenere lo sblocco del turnover per circa mille unità. Con lo sblocco del vecchio turnover, le mille unità lavorative potranno entrare in servizio da gennaio 2015. Nel frattempo stiamo mettendo in piedi tutte le procedure che prevede la legge che riguarderanno da una parte i precari e dall’altra parte la mobilità extraregionale.

 

"Per quanto riguarda il personale necessario nelle strutture sanitarie campane, siamo scesi dai 56mila dipendenti del 2007 ai 46mila di oggi, riuscendo nel frattempo a garantire le prestazioni sanitarie e riuscendo anche a migliorare i Lea del 15%. Il tutto, con un miliardo di euro di risorse in meno.

 

Tuttavia, quando il numero dei dipendenti scende così tanto, per garantire le prestazioni è necessario aumentare le ore di straordinario ai dipendenti, tutto ciò produce  maggiori costi. È meglio ossumere un giovane medico, che costa meno, che non aumentare le ore di lavoro costringendo a turni estenuanti il personale. Questa situazione l'abbiamo fatta presente anche al ministero dell'Economia.”

 

Parole semplici, ma chiare e trasperenti da parte di Caldoro, i numeri parlano chiaro, siamo fuori dal "buco nero", usciti dal debito in sanità, ricordiamoci che avevamo un meno 853 milioni di euro al 2009, e per questo fummo commissariati dallo Stato, lo stesso Stato che oggi elogia e ne ha ben donde,  il lavoro sin qui fatto dall’uomo Stefano Caldoro indipendentemente dalla Sua sigla politica, e a questo personalmente aggiugo il mio iniziale scetticismo, che si è poi trasformato, sulla base dei risultati raggiunti, in un così breve periodo, in una più che buona considerazione che potrà divenire qualcosa di più, quando si completeranno le auspicate assunzioni.

 

È sicuramente vero che ancora non possiamo beneficiare di quest’onda di ottimismo, ma perché? Dobbiamo o meglio devono ancora registrare il recupero di una somma esorbitante in sanità campana, evidenziando anche un attivo di più sei milioni di euro. Le giornate per il pagamento dei fornitori passano da 427 a 168 con previsioni fissate a 100 giorni entro 2014.

 

In effetti il lavoro fatto non è da poco, ma allora perché il governo si fossilizza sull’art. 18, è mai possibile che per fare nuove assunzioni, ovvero investire nelle risorse umane, bisogna essere d’accordo su che modalità usare per licenziare i lavoratori? Non ci si crede, il Governo si trova ancora una volta di fronte, il muro dei poteri forti, quelli costituiti dai grandi sindacati e dalle holding, ma anche il potere degli industriali, che la fanno da padrona nel Nostro bel paese.

 

Renzi o chi per esso, deve capire che si deve mettere in atto politica sanitaria che oltre ad esser sostenibile, deve essere innovativa, chiara e concreta, e il primo carattere distintivo deve essere costituito dall’investire in professionisti che non attendono altro che dimostare il loro valore, con merito e “pagando il dovuto sacrificio”.

 

L'assunzione di nuovo personale è una risposta a quanti si lamentano della gestione ragionieristica, una semplificazione banale di chi non vuole vedere e capire le questioni.

 

L’unico modo per uscire definitivamente dalla crisi è assumere nuove leve, che da un lato pian piano risolveranno e riempiranno le piante organiche con forze fresche, e per forza di cose potremmo risparmiare almeno altri 200 milioni, soldi che oggi spendiamo in Campania solo per lo straordinario, ricordandoci che con gli stessi soldi potremmo assumere almeno 5000 unità, tutto ciò in un bilancio dove la sanità costituisce il 70% del PIL della Regione.

 

A questo dobbiamo aggiugere che il comparto sanità della Regione Campana come tutte le altre regioni, necessitano dello sblocco degli stipendi, oltre a quello delle assunzioni, ormai la situazioni economica di chi fa questo lavoro è diventata insostenibile con uno stiopendio che non varia in positivo da cinque anni al variare del costo della vita, PIL, inflazione o deflazione.

 

Abbiamo bisogno di un contratto specifico per gli infermieri che si distacchi dal comparto, di modo da poter ottenere in sede di contrattazione risultati che appaghino le esigenze degli infermieri che ricordiamolo costituiscono la forza trainante della sanità, passando da un ruolo marginale, a uno di rilievo, protagonista dell’attività assistenziale, portando questa figura professionle al livello europeo per quanto riguarda gli standard salariali, e il costo delle varie indennità che sono ferme a 20 anni fa.

 

Ormai mi piace evidenziare che il Nostro motto deve essere “non siamo più l’ultima ruota del carro, ma siamo le ruote del carro, senza di noi non si va nessuna parte , questo monito lo rivolgerei anche a gli infermieri che oggi hanno una poltrona in Parlamento, ma anche alla Senatrice Silvestro numero uno IPASVI, a Loro vorrei chiedere quali sono stati i Vostri progetti presentati in aula, a favore degli infermieri, quante e quali sono state le interrogazioni parlamentari poste per risolvere una problematiche relativa agli infermieri e se no vi è risposta, allora Vi chiedo siete disposti a collaborare col territorio, con la gente, nello specifico, con gli infermieri per cercare di redigere un piano comune che porti risultati concreti, che sia capace di realizzare una linea diretta con chi le leggi le fa. In pratica Vi chiediamo di fare il Vostro lavoro di politici…

 

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