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Testimonianze

Alessia, Infermiera: "rifarei cento volte il percorso di studi universitari"

di Redazione

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Parla una collega siciliana che aggiunge: "ho scelto di diventare infermiera combattendo contro innumerevoli pregiudizi e luoghi comuni!"

VALDERICE. L'infermieristica è un'arte, una missione. Essere un'infermiera è un onore, un valore aggiunto da vantare. Il mio nome è Alessia, sono una infermiera ventiduenne neolaureata che ha scelto, con scienza e coscienza, all'indomani del diploma di maturità, di studiare, con impegno, per diventare quello che sono oggi.

Non ho scelto infermieristica perché: "Ha un sacco di sbocchi lavorativi", ho scelto infermieristica per l'orgoglio che provo verso una professione che so è costruita da sè, combattendo contro innumerevoli pregiudizi e luoghi comuni. Ho scelto di diventare un'infermiera perchè sento mia quell'autonomia professionale e quella responsabilità, affermate nella legge 42/99.

L'infermiere è responsabile della generale assistenza infermieristica, che si risolve in un approccio olistico e totalizzante non solo nei confronti del paziente, ma anche nei confronti dei care givers.

All'indomani della laurea ho iniziato a toccare con mano, concretamente, il mondo del precariato, della prestazione occasionale e della partita IVA; ho toccato, improvvisamente, un mondo difficile ma che non mi ha fatto desistere dal proseguire il cammino tortuoso che la mia scelta mi ha messo davanti.

Oggi, sono un'infermiera dell'AVIS, Associazione Volontari Italiana del Sangue, che si occupa della donazione di emo-componenti e derivati, e lavoro nel mio piccolo comune, Valderice, in provincia di Trapani.

Lavoro in un contesto che mi da molte responsabilità; non mi sento un mero esecutore di prescrizioni; mi sento parte integrante del processo assistenziale.

Sento di appartenere a una grande famiglia.

E' la realtà che mi aspettavo, all'indomani della laurea, proprio quella che mi ha motivato a continuare, nonostante tutto.

La nostra professione deve ancora tagliare il nastro d'arrivo, deve ancora scontrarsi con il luogo comune delle mansioni.

La nostra professione può vincere, soltanto se, quella tanto agognata responsabilità, stabilita dalle "disposizione in materia di professioni sanitarie", diventerà il nostro vestito migliore, da indossare ogni qual volta entriamo in un reparto di degenza.

Alessia Messina, Infermiera

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