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Otto milioni di persone fanno abuso di alcol

di Mimma Sternativo

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Secondo i dati ISTAT, i comportamenti a rischio nel consumo di alcol (consumo giornaliero non moderato, binge drinking) riguardano 8 milioni e 179 mila persone. I comportamenti a rischio sono più diffusi tra gli anziani di 65 anni e più (il 43,0% degli uomini contro l'10,9% delle donne), i giovani di 18-24 anni (il 22,8% dei maschi e l'8,4% delle femmine) e gli adolescenti di 11-17 anni (il 14,1% dei maschi e l'8,4% delle femmine).

Sempre secondo i dati ISTAT i giovani si comportano in questo modo, per lo più durante momenti di socializzazione:è il cosiddetto "social drinking".

La dipendenza da alcol è una malattia cronica che si sviluppa quando l’alcol è assunto in grandi quantità per un lungo periodo. L’OMS definisce l’ alcolismo come:

“Uno stato psichico e generalmente anche fisico caratterizzato dalla compulsione ad assumere alcol in modo continuo o periodico allo scopo di provare i suoi effetti psichici ed evitare il disagio della sua assenza.”

L'abuso alcolico così come l'esposizione tossica a farmaci, sostanze chimiche, droghe d’abuso, tossine naturali costituisce una causa rilevante di ricorso al pronto soccorso da parte di un numero sempre crescente di pazienti. E poiché l’alcol è associato a numerosi problemi fisici e psichici in misura proporzionale alla dose ingerita, gli operatori dell’assistenza sanitaria di pronto soccorso devono saper identificare i pazienti a rischio.

Il problema più importante collegato all'alcol  è il trauma (fino al 30% dei traumi della strada nei paesi industrializzati), ma il quadro clinico può essere variabile ed è solo parzialmente correlata con il livello ematico di etanolo, può dipendere infatti dalla tolleranza dell'individuo, dalle condizioni generali, dalla contemporanea assunzione di altre sostanze (eroina, cannabis, amfetamine, psicofarmaci, ecstasy, etc) dallo stato psicologico e situazione ambientale e sociale e da differenze legate al sesso.

IL TRATTAMENTO DIPENDE DALLA GRAVITA’ DELL’INTOSSICAZIONE. Il paziente in abuso alcolico rischia a volte di essere sottovalutato, invece l’Intossicazione acuta è un processo dinamico che può rapidamente peggiorare e portare a complicanze letali, anche se alla presentazione in PS i sintomi d’esordio sono sfumati.

É importante dunque:

  • VALUTARE LE FUNZIONI VITALI: in caso d'Intossicazione acuta grave il paziente può incorrere in uno stato di  coma ed é assolutamente necessario che si sappiano riconoscere precocemente i segni;
  • Far assumere POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA (per evitare ingestione di vomito);
  • RICERCARE SEGNI DI TRAUMI;
  • Evitare l’assunzione di atteggiamenti moralistici, paternalistici o colpevolizzanti;
  • SE AGGRESSIVI/ VIOLENTI: SEDARE.

Ricordarsi che spesso il paziente alcolizzato è o può diventare violento contro se stesso e/o contro gli altri e negli ultimi anni non sono mancate storie di cronaca di violenza contro il personale stesso, maggiormente contro gli infermieri che accolgono la persona in triage. (Certo vien da chiedersi se la politica locale e l'azienda stessa siano propriamente attenti alla messa in atto di opportune iniziative di protezione e prevenzione nei confronti dei lavoratori.)

Nonostante la notevole diffusione del problema vi é una ridotta documentazione infermieristica.

L'infermiere è responsabile della sorveglianza del paziente, della somministrazione della terapia farmacologica e non per ultima dell'educazione sanitaria. I ricercatori dimostrano che la visita in pronto soccorso può essere utilizzata per iniziare un percorso clinico per la gestione dei problemi di alcoolismo.

Il semplice indirizzamento del paziente al centro specializzato in problemi di alcoolismo può motivare il paziente stesso a riconsiderare le proprie abitudini nel bere. (Lancet. Published online Sept. 28, 2004)

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