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Da settembre a lavoro anche il 50% dei dirigenti sindacali che usufruivano del distacco

di Gennaro Esposito

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PISA. Secondo le stime della corte dei conti, i permessi sindacali costano alla pubblica amministrazione, circa 100 milioni di euro all’anno, per cui questo taglio finalizzato alla razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica vale circa 50 milioni, come manovra economica non male visto che poi è sempre stato un pallino della popolazione ridurre il più possibile “le spese derivanti dai  politici e dai sindacati”.

 

“Il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, dopo la conversione in legge del decreto-legge sulla Pubblica Amministrazione, ha firmato la circolare n. 5/2014 in materia di riduzione delle prerogative sindacali nelle Pubbliche Amministrazioni. “Con la predetta circolare − si legge sul sito del dicastero − sono fornite alle Amministrazioni Pubbliche e alle Associazioni Sindacali indicazioni in ordine alle modalità di applicazione dell’articolo 7 del Decreto-Legge n. 90/20014 che ha disposto, a decorrere dal primo settembre 2014, la riduzione del cinquanta per cento delle prerogative sindacali nelle pubbliche amministrazioni.”

 

Entro il 31 agosto "tutte le associazioni sindacali rappresentative dovranno comunicare alle amministrazioni la revoca dei distacchi sindacali non più spettanti“ e i loro dirigenti sindacali dovranno rientrare a lavoro.

 

Ricordiamo, una riflessione va fatta: che la libertà sindacale è sancita dalla costituzione all’art. 39, non vi è dubbio, per cui un ipotetico errore di base, anticostituzionale ci potrebbe anche stare e sarà discusso nelle sedi opportune con azioni portate avanti dagli specifici sindacati, ma sul potere che hanno acquisito i classici sindacati riuniti nella famigerata triade, questo è indiscusso. Bilanci milionari, dove si vengono a sapere di somme enormi solo quando capita il Lusi di turno che ricorderete tesoriere della Margherita, aveva distratto soltanto a conti fatti ben 33 milioni; per non parlare della vastità di immobili sparsi in tutta Italia. A seguire poi ci sono i CAF, i centri di assistenza fiscale, da cui i potenti sindacati  recuperano altri soldi grazie alle convenzioni stipulate, tutto questo con il benestare di tutti i governi che fino a ora si sono succeduti.

 

Ormai conosciamo l’indignazione della gente, dei dipendenti pubblici, dei colleghi che tutti i giorni per anni, guardano i loro colleghi girovagare per le strade della città senza fregarsene altamente del loro sindacato, tanto di ciò che si deve “discutere” anche durante le riunioni con le RSU “è già scritto” anche con il dirigente di riferimento, e chi ha partecipato a una riunione del genere sa bene cosa intendo, ma soltanto per il piacere di sfruttare la vantaggiosa situazione….e non ditemi che non li avete mai visti.

 

Anche per questo ci vorrebbe una vera e propria riforma, ma per ora ci limitiamo a osservare tutta una serie di sforbiciate, che il governo ha messo in opera, speriamo che Renzi non rimanga sforbiciato, prima di Lui Berlusconi e Marchionne si sono messi contro i potenti sindacati, il primo si è ritirato davanti alla barricata magistrati-aziende pubbliche-dirigenti sindacali, incorruttibile perché già milionario e l’altro esiliato in Svizzera con incarico di amministratore delegato (con circa un aumento stipendiale annuale del 48% che nel 2012 gli ha fruttato solo con le azioni gratuite fornitegli nel 2009 circa 40 milioni di euro più 7-8  milioni per i vari incarichi della FIAT).

 

Ci saranno sicuramente tanti dipendenti pubblici che dal primo settembre festeggeranno, e non senza motivo, circa un milione di persone torneranno a occupare il loro posto di lavoro, finalmente… su questo siamo più che d’accordo.

 

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