Reintegrata solo l'Infermiera che ha ottenuto la "reintegra" da parte del Tribunale Amministrativo Regionale dell'Emilia Romagna. Ma continuano le polemiche e gli esposti per una selezione che continua a fare acqua da tutte la parti. Perché solo una ha ricorso al TAR? Semplice, costa migliaia di euro farlo e chi degli Infermieri Disoccupati può permettersi di spendere?
MODENA. Al via la prima prova del Concorso Infermieri di Modena con la "reintegra" della sola collega che ha ottenuto la sospensiva da parte del Tribunale Amministrativo Regionale dell'Emilia Romagna (si doveva passare con 21/30 secondo la tesi difensiva). Ieri e oggi, intanto, proteste tra gli esclusi che giustamente si vedono penalizzati da una pre-selezione che non è stata proprio così trasparente. Tant'è che si attende l'udienza e la decisione dello stesso TAR in merito alla scelta della commissione di prevedere una soglia di 23/30 ma dopo la prova.
Se il Tribunale accoglierà la richiesta dell'Infermiera sarà evidente a quel punto che l'assemblea esaminatrice ha commesso un abuso e da quel momento si potrà partire anche con l'azione di natura penale. Ricordiamo che per i reati penali, compresi gli abusi d'ufficio e di potere, la prescrizione non è immediata, per cui chi volesse può ricorrere al tribunale classico.
Ma al di là delle quisquilie di Legge è la QUESTIONE MORALE che andrebbe affrontata e ci stupisce il silenzio del Collegio Ipasvi di Modena e quello nazionale rispetto ad un così evidente "by-passaggio" delle regole minime di comportamento e di regolarità concorsuali.
Alla fine chi vivrà vedrà, nel frattempo non possiamo che attendere gli esisti e verificare il corretto svolgimento di questa e delle prove successive.
Per concludere, ieri in una serie di commenti sul gruppo Facebook dedicato al Concorso di Modena è emerso con evidenza che la classe infermieristica è ancora impreparata e che si affida ai sentito dire e non allo studio dei dettagli.
Ciò dimostra che siamo ben lontani dal diventare un Ordine coeso e completo. Se poi a questo aggiungiamo la presenza all'interno della nostra categoria di "utili idioti" che credono di sapere sempre tutto e continuano a puntare il dito contro chi lavora per l'emancipazione professionale, il quadro diventa completo e non fa ben sperare per il futuro.
PS = Secondo questi "facebookkiani soloni dell'idiozia" c'era il tempo per ricorrere e solo una collega lo ha fatto. A questi vorrei rispondere apertamente con un peto, anche perché nascondono il fatto che un ricorso al TAR costa migliaia di euro che INFERMIERI DISOCCUPATI non potranno mai permettersi di spendere!
Non sarebbe stato meglio ammettere tutti dal 21/30 in poi evitando tutto sto casino? Allo stato attuale circa un centinaio di colleghi hanno chiesto al Direttore Generale dell'AUSL di essere reintegrati.
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