CINA. Sei infermiere e un impiegato sono stati pugnalati a morte con un coltello in un ospedale in Cina.
Si tratta dell’ultimo di una serie di attacchi contro gli operatori sanitari del Paese. L’agenzia di stampa Xinhua ha diffuso la notizia giovedì dopo che l’accaduto è successo durante le prime ore del mattino. Un'ondata di attacchi contro medici e infermieri negli ultimi due anni ha spinto il ministero della salute a fornire maggiore sicurezza negli ospedali.
L’ospedale dove è accaduto questo scempio si trova in Beidaihe, una località balneare vicino a Pechino residenza di membri di alto livello del Partito comunista. Beidaih, inoltre è una località turistica, frequentata per alberghi lussuosi e centri benessere.
L’uomo, che ha anche lavorato presso l’ospedale, è stato arrestato. Il Beijing News ha identificato l’uomo con il nome Li Xiaolong, 27 anni, dicendo che durante l'arresto aveva confessato di avere una storia di malattia mentale in cura tra Pechino e la vicina città di Tangshan dal 2006.
Mentre il governo cinese ha ristretto la spesa sanitaria, gli ospedali sono spesso sovraffollati di pazienti. I medici sono anche mal pagati.
Un aspetto che porta alla corruzione di quest’ultimi e il sospetto che il personale medico è più interessato a fare soldi prescrivendo farmaci e trattamenti inutili che curare i malati. Molti cinesi non sono in grado di permettersi le cure, nonostante gli sforzi del governo ad erogare un’assistenza sanitaria di base.
Dati del Ministero mostrano che gli attacchi violenti rivolti a infermieri, medici e altri operatori sanitari sottoforma di percosse, minacce, sequestri, abusi verbali e omicidi ha raggiunto 17.243 casi nel 2010, l'ultimo anno per il quale tali cifre sono disponibili.
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