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Caro @Matteorenzi, io infermiera di 24 anni mi sento in colpa per le condizioni di una sanità ormai agonizzante

di Redazione

corsia di ospedale

corsia di ospedaleSalve presidente,

sono un'infermiera di 24 anni laureata nel 2011 con lode. Quando mi sono iscritta all'Università nel 2008 mi hanno detto che avevo fatto la scelta migliore perché avrei trovato subito lavoro.

Certo! Ho portato il mio curriculum in tutte le cliniche della mia zona, ho iniziato a fare concorsi, e ho da subito provveduto ad iscrivermi al mio albo professionale pagando 250 euro per l'iscrizione, più 60 euro per la quota annuale e tutto questo per un solo mese dell'anno 2011 perché altrimenti le mie richieste di partecipazione ai concorsi non sarebbero state accettate e i privati non mi avrebbero proprio tenuta in considerazione.

Dal momento che i centri privati mi chiedevano di avere un'esperienza post-laurea sono andata a fare volontariato in una casa di riposo facendo tutto tranne quello che si chiede oggi ad un professionista infermiere, perchè anche nel privato c'è penuria di personale, anche se durante i tre anni di corso l'esperienza viene svolta da tutti noi con impegno e partecipazione e una voglia di imparare e rubare il mestiere per non trovarsi poi in difficoltà con i colleghi e i malati.

Alla fine del 2012 una mia amica mi fa sapere che in un centro di riabilitazione cercavano infermieri con la partita iva. Prenoto un appuntamento con il direttore, faccio il colloquio, risulto idonea e mi dicono che posso andare a lavorare dopo due giorni.

Apro subito la partita iva mi iscrivo all' Enpapi. La paga è di 11 euro lordi l'ora per 18 ore alla settimana.

Da settembre a dicembre 2012 mi pagano solo il primo mese per un totale di 700 euro lordi circa. Intanto pago la tassa annuale dell' Ipasvi e mi arriva l'acconto dei contributi da versare pari a circa 900 euro. Faccio, inoltre, corsi di formazione per il programma formativo ECM obbligatori per la legge che mi vengono a costare circa 150 euro.

Non volendo considerare le spese per arrivare a lavoro e per raggiungere le città dove si svolgono i corsi e considerando le spese per il commercialista di circa 300 euro tra la fine del 2011 e il 2012 sono arrivata a perdere già circa 1000 euro; nel frattempo ho fatto tre concorsi che tra prova di preselezione, prima, seconda e terza prova mi sono costati 2500 euro; i conti sono presto fatti: 3500 euro persi.

Conseguo gli attestati A PAGAMENTO di Primo Soccorritore e di Esecutore di Blsd con la speranza di lavorare su un'ambulanza come volontaria e percepire almeno i soldi di rimborso delle spese, ma nulla: tutti i posti sono già occupati!

Ho speso 4000 euro senza ricavarci nulla, se non una formazione supplementare che non mi viene mai riconosciuta! 2013: mi iscrivo al Master in management per le funzioni di coordinamento spendendo 1300 euro, senza considerare i soldi spesi per i libri!

Mi arriva una chiamata da parte di un agenzia per il lavoro che mi propone un contratto della durata di quattro mesi presso un ospedale: accetto; niente permessi studio, niente buoni pasto, però mi va tutto bene: Devo recuperare quei soldi!!! mi dico!

Inizio a lavorare in ospedale e al contempo da libero professionista nel centro privato facendo i salti mortali per poter studiare, lavorare e lavorare ancora, e continuare a fare i corsi di formazione e di aggiornamento, ricordo A PAGAMENTO!

pagamenti non sono puntuali mai, né da parte dell'agenzia né da parte del centro. Ad agosto il mio avvocato manda una lettera al centro per richiedere il pagamento delle mensilità non pagate e io lo abbandono definitivamente.

Nel frattempo l'agenzia mi rinnova il contratto e ancora oggi (2014) sto lavorando con loro pur aspettando i soldi di due mesi di lavoro.  

Due settimane fa ho conseguito il Master in management.

Sono stanca di aspettare le chiamate dagli ospedali del nord Italia, e decido di non fare più concorsi e le darò le mie motivazioni:

1- I soldi me li devono dare i miei genitori, perchè io fino ad ora ci ho solo perso denaro a fare su e giù per l'ltalia;

2- Perché io devo andare a lavorare lontano da casa, accettando di nuovo un lavoro con la partita iva, pagare l'affitto e tutte le spese annesse e connesse, lasciandomi alle spalle, oltre i miei ricordi, mio padre anziano e cardiopatico e mia madre piena di acciacchi, che per legge deve però ancora sgobbare, e devo trasferirmi dalla terra in cui sono nata per dare prestigio agli ospedali del nord e continuare a sentire dalla cronaca delle vittime della malasanità campana? La risposta non la trovo da nessuna parte.

Me la vuole fornire lei?  


Nel mio reparto (medicina interna area critica) lavoriamo sotto pressione, non abbiamo personale OSS e quindi dobbiamo occuparci anche delle mansioni alberghiere e gli infermieri sono insufficienti, tanto é vero che vengono autorizzati gli straordinari, che vanno ad aumentare la stanchezza e a compromettere un adeguata assistenza al paziente.

Non colpevolizzo gli infermieri più anziani che fanno lo straordinario, perché tutti devono arrivare alla fine del mese e fare i conti con tutte le tasse che sono state aumentate e introdotte: comprare pane, latte e uova sembra diventata un'ardua impresa per alcuni; ma non capisco come sia possibile che migliaia di infermieri laureati, esperti, specializzati e con la magistrale debbano stare ancora a casa con mamma e non potersi permettere più di continuare a formarsi.

Si preferisce avere personale stanco, poco formato e motivato?


Si preferisce dare l'idea di una sanità italiana scadente? Si preferisce far morire i pazienti (giovani vittime di incidenti stradali, bambini, gravide con eclampsia) solo perchè l'infermiere che ha fatto il doppio turno si quasi addormenta preparando la terapia? Mah...

Eppure io mi sento in colpa, di una sanità che non va, perchè non le ho scritto subito questa lettera, perchè non le ho da subito manifestato la mia rabbia e il mio bisogno di ascolto.  

Mi sento in colpa perché al posto di quel paziente con il tumore al polmone che mi chiede di fare qualcosa per lui, perché non può respirare, mentre io sono impegnata a soccorrere un altro paziente con un emorragia acuta e il mio collega sta insieme al rianimatore per una paziente in stato di shock, potrebbe esserci mio padre, o peggio ancora mi sembra di dover scegliere chi far morire e chi no!

 

Io mi sento in colpa lo sa?  


Mi sento in colpa perché quelle persone si lamentano in continuazione per lo stato in cui sono, per i letti rotti e che non funzionano, per tutte le volte che non si bloccano e rischiano di cadere a terra quando scendono o salgono sul letto, per il non avere una poltrona sulla quale far sedere i loro parenti quando li vengono a trovare o passano la notte con loro, per il cibo di merda che gli portano solo perché costa meno a quanto dicono!  

Tuttavia sono una fortunate perché di tanto in tanto vedo uno stipendio, ma non sono autonoma e vivo con i miei genitori, i quali continuano come hanno sempre fatto a sacrificarsi per me!  

Ci sono miei colleghi, laureati anche loro, che lavorano con la partita iva, senza un contributo pagato e nessuna garanzia e hanno due figli e il partner disoccupato.

Ci sono colleghi laureati che alle stesse condizioni devono pagare anche l'affitto e non potranno mai comprarsi una casa perché il mutuo nessuna banca glielo concederebbe.  

Ci sono colleghi che dal momento in cui si sono laureati non hanno trovato proprio niente! Siamo a migliaia: disoccupati, inoccupati, precari e soprattutto stanchi!

Mi sento in colpa perchè ogni giorno vedo morire persone che non trovano un posto letto in ospedale e il pronto soccorso è sempre intasato con sempre meno personale.

Mi sento in colpa perchè ci sono colleghi accusati di imperizia, imprudenza e negligenza, quando invece hanno dovuto far fronte a più emergenze contemporaneamente e non sono riusciti a far vivere uno dei miei pazienti.

Ora mi dica lei se è pensabile avere come unica possibilità chiudere gli ospedali perché non c'è personale, non potenziare il territorio e lasciare marcire la sanità con i suoi debiti e il personale più vecchio dei malati!?!

Siamo lontani dalle bellissime parole della costituzione (articoli 1 e 32)!!!!

Buon lavoro e grazie per l'attenzione!


Da un'infermiera alla quale i conti non tornano.

Francesca Santoriello

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