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Terremoto Ischia: Grazie agli infermieri, angeli dei pazienti

di Redazione

Nella notte di terrore vissuta ad Ischia per il terremoto, c’è chi sprezzante del pericolo ha continuato a fare il suo lavoro, con coraggio e ferma abnegazione, mentre a casa la famiglia preoccupata li aspetta, senza poter dormire. Si tratta di Lisa, Nunzia, Laura e di tutti gli infermieri che non hanno abbandonato i pazienti più critici. Queste infermiere hanno dei figli che in questo momento vogliono accanto la propria mamma.

Ischia, l’instancabile lavoro degli infermieri in una notte di paura

I pazienti del Rizzoli evacuati in strada nella notte

Torna presto domattina. Io e Serena ti aspettiamo svegli. Sii forte e tieni duro. Brava Lisa. Brave le altre due colleghe Nunzia e Laura e tutti gli infermieri ed infermiere del Pronto Soccorso e di tutto l'Ospedale che non hanno abbandonato i loro pazienti, con puro sprezzo del pericolo e spirito di abnegazione e di attaccamento alla loro missione.

Così Mario ha affidato a Facebook il pensiero per la moglie impegnata nell’assistenza ai pazienti nella notte più buia che Ischia ricordi dopo il 1881, quando un altro violento sisma della durata di sette secondi provocò danni fino al IX Grado della scala Mercalli, sempre a Casamicciola e Lacco Ameno.

Il mio Angelo, Lisa, infermiera in Rianimazione Terapia Intensiva ad Ischia, durante il terremoto ed in questo momento è l'Angelo di 4 poveri ammalati rimasti soli al 1° piano dell'ospedale ed insieme alle sue colleghe veglia su di loro affinché non manchino le cure necessarie durante la notte, affrontando il rischio ed il pericolo di altre eventuali scosse.

In queste righe tutta l’apprensione e l’ammirazione di un marito per la moglie e l'attesa di una figlia: Queste infermiere hanno dei figli che in questo momento vogliono accanto la propria mamma.

Già perché gli infermieri, quelli che lavorano sia nella routine che durante le catastrofi, sono anche madri, padri, mogli, mariti, figlie, figli, sorelle, fratelli. E anche loro, così come i loro cari, vivono il dramma del terremoto sulla propria pelle. 

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