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Tagli su infermieri e medici per coprire buco di bilancio

di Redazione

È ritenuta una scelta assurda il piano regionale di ridurre i costi di 5 milioni di euro che riguarderebbe la Auls e l'azienda ospedaliera di Modena, strutture sanitarie che contano attualmente seimila dipendenti di cui circa 3500 operatori sanitari. Lo scopo è coprire un considerevole buco di bilancio diminuendo la spesa pubblica. Tale obiettivo sarebbe raggiungibile con il taglio di 150 professionisti, tra medici, infermieri, tecnici ed amministrativi. A denunciare la decisione comunicata dalla regione Emilia-Romagna ai vertici delle strutture sanitarie modenesi, che nel frattempo negano sia loro pervenuta tale comunicazione, è il commissario di Azione, Paolo Zanca che definisce tale manovra una pura follia. Si tratterebbe sostanzialmente di non rimpiazzare i 150 professionisti che stanno per andare in pensione, non procedendo pertanto a nuove assunzioni. Secondo il piano della Regione tali tagli interesserebbero l'intera Emilia-Romagna, non soltanto Modena.

Zanca (Azione): sanità pubblica e universalistica sta sparendo

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Sede Ausl di Modena

Invece di aumentare il personale lo si diminuisce, così per quelli che restano i carichi di lavoro aumentano sempre più, ha dichiarato Zanca sottolineando che non ci si può lamentare poi se medici ed infermieri scappano dalla sanità pubblica e finiscono sempre più numerosi in quella privata.

La sanità privata presenta straordinari bilanci in attivo e significativi rimbalzi finanziari e borsistici, rimarca ricordando come la difesa della sanità pubblica sia invece al centro del programma politico di Azione. Viviamo in un Paese in cui la sanità privata, con un bilancio di 40 miliardi, rappresenta ormai il 30% di quella pubblica, che ha un bilancio di 130 miliardi, specifica.

Si pensa più a costruire e ad investire sul mattone piuttosto che a mantenere bene quello che già esiste. Ma quando penseremo a dirottare risorse sul personale?, dichiara Zanca alla luce del fatto che la Regione ha comunicato anche, qualche giorno fa, lo stanziamento di fondi statali e regionali per 445 milioni per l'intero bacino, di cui 185 sono destinati alla provincia di Modena e altri 43,8 per procedere alla ristrutturazione antisismica del Policlinico.

Oggi il Policlinico, che ha degli Hub Covid inutilizzati, si sta rivelando un pozzo senza fondo. Dopo il terremoto avrebbe dovuto essere abbattuto. Si tratta di una struttura che all'epoca avrebbe potuto essere assorbita dall'ospedale civile di Baggiovara, continua criticando la decisione. Sollecita altresì un'ampia riflessione per evitare che si vada incontro al collasso del sistema, anche se ormai ritiene sia evidente che la sanità pubblica e universalistica sta sparendo, sostituita da quella privata.

Pare, infine, che la Regione abbia in mente di contabilizzare le lista d'attesa in maniera differente, affinché le file di persone che aspettano prestazioni ed operazioni appaiano meno corpose, denuncia Zanca avvertendo che ormai non ci sono più professionisti nel pubblico nemmeno per un intervento oculistico e che stanno altresì riducendo il personale oncologico.

Non basta tagliare i nastri durante le inaugurazioni nel territorio di nuovi Centri Assistenza e Urgenza (Cau) che poi magari vengono lasciati a metà”, conclude.

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