Carichi di lavoro insostenibili, retribuzioni non adeguate e scarse opportunità di carriera. Sono solo alcuni degli aspetti che incidono negativamente sulla categoria degli infermieri (gli altri professionisti sanitari non se la passano poi meglio) e l'ipotesi che nel cantiere della manovra provi a farsi spazio una misura che dovrebbe dare una boccata d'ossigeno ai sanitari, ovvero la detassazione sugli straordinari, non piace alla Cisl Fp: Diffidiamo delle risposte facili a problemi complessi - commenta il Segretario generale Maurizio Petriccioli -. Abbiamo bisogno di allocare risorse congrue per irrobustire i salari e per rilanciare un piano assunzionale . Non farlo già dalla prossima Legge di Bilancio sarebbe un imperdonabile errore .
Manovra 2024, Petriccioli: irrobustire salari e rilanciare assunzioni
Maurizio Petriccioli, Segretario Generale Cisl Fp
Nell’ambito dei lavori che porteranno alla presentazione della bozza di Legge di Bilancio 2024 , apprendiamo che vi sia in cantiere l’idea di una detassazione sugli straordinari , per medici ed infermieri, che porterebbe la tassazione attuale al 15%.
La misura, della quale si attende una prima bozza per capire a chi è rivolta (se alla sola professione infermieristica e alla dirigenza medica o a tutti i professionisti sanitari), dovrebbe avere la funzione di rendere più attrattivo il mercato del lavoro delle professioni sanitarie che vive una stagione davvero drammatica: siamo agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda i livelli medi delle retribuzioni e prosegue inesorabilmente il calo di immatricolazioni annue ai corsi di laurea.
Ad aggravare il quadro, poi, c’è il permanere di un anacronistico numero chiuso che si fa davvero fatica ad inquadrare se non considerandolo come la prova tangibile dell’incapacità del nostro sistema Paese di riformarsi.
È davvero difficile, ad oggi, stabilire con un criterio certo a quanto ammonti lo straordinario effettuato quotidianamente dai circa 300mila infermieri al servizio del sistema sanitario pubblico. Quello che sappiamo è che i nostri colleghi, in tutte le regioni d’Italia, ci segnalano la fuga dal lavoro dipendente verso forme di lavoro discontinue; la crescente moda dei gettonisti; le crisi sempre più gravi che portano le lavoratrici, i lavoratori e i professionisti sanitari a manifestare forme di burnout e crisi da stress lavoro-correlato .
Chi vive questa condizione esaurisce le proprie risorse psico-fisiche, mettendo a serio rischio la propria salute e la qualità delle procedure e dell’assistenza agli ammalati. Il risultato è che sempre più di frequente siamo testimoni della scelta dolorosa e ingiusta, da parte dei colleghi che rappresentiamo, di abbandonare la professione , avviata dopo anni di studio, formazione e sacrifici economici.
Un fallimento vero e proprio che dovrebbe interrogare tutti gli esecutivi politici che si sono avvicendati in questi anni e che solo in parte hanno ascoltato le denunce del sindacato confederale.
Nessun governo in carica ha la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi, ne siamo consapevoli .
Come Cisl Fp riteniamo che si debba cominciare, passo dopo passo, a concertare delle soluzioni efficaci ed economicamente efficienti. Tuttavia, in questo quadro, si fa davvero fatica a comprendere come un incentivo di questo tipo, con un impatto modesto sulla finanza pubblica, possa essere considerato una “manna dal cielo” per i sanitari d’Italia e la risposta agli annosi problemi che scontano i professionisti ogni giorno.
Come sindacato confederale diffidiamo delle risposte facili a problemi complessi. Abbiamo bisogno di un robusto piano assunzionale che avvenga a valle di una ricognizione dei fabbisogni tecnico-conoscitivi, affinché la Sanità Pubblica di questo Paese non muoia d’inedia.
Tra le uscite per pensionamento future, il mancato turnover degli ultimi anni e i fabbisogni della popolazione anziana, alle prese con cronicità e multicronicità, nel prossimo futuro avremmo bisogno di centinaia di migliaia di nuovi assunti in tutti i reparti, donne e uomini che devono essere valorizzati in un percorso che porti i loro salari ad io allinearsi progressivamente alla media degli altri Paesi europei.
È una vera e propria rivoluzione copernicana che potrà cominciare solo con responsabilità e spirito partecipativo di tutti gli stakeholder, sindacali e governativi. Se perdessimo l’occasione di allocare risorse congrue per irrobustire i salari e per rilanciare un piano assunzionale, già nella prossima Legge di Bilancio, sarebbe un imperdonabile errore che graverà sulla vita e la qualità del lavoro di chi, ogni giorno, si prende cura della cittadinanza più fragile di questo Paese.
Maurizio Petriccioli , Segretario Generale Cisl Fp
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