La Regione Lombardia, che sino ad ora ha speso ogni anno circa 100 milioni per coprire 1400 posizioni e turni vacanti reclutando il personale sanitario da società esterne, ha confermato lo stop ai gettonisti delle cooperative pubblicando i primi avvisi per assumere medici ed infermieri liberi professionisti negli ospedali pubblici regionali. Secondo le disposizioni del decreto Bollette (Dl 34) che ne vieta gradualmente il ricorso in tutta Italia in quanto troppo costoso, la Lombardia è la prima regione a mettere ufficialmente fine al ricorso alle cooperative.
Via gettonisti dagli ospedali lombardi, arrivano i liberi professionisti
Il fenomeno dell'esternalizzazione era esploso negli ultimi anni a causa della carenza di organico e dei limiti delle assunzioni imposti dai tetti di spesa. Ora in Lombardia sarà possibile lavorare nelle strutture sanitarie regionali con contratti libero professionali con compensi che variano in base ad esperienze e reparti. I prezzi sono calmierati, con un massimo di 80 euro lordi all'ora per anestesisti e specialisti di urgenza ed emergenza, 40 per le altre figure mediche.
Con le scadenze delle convenzioni già stipulate che non saranno rinnovate si potranno chiudere i rapporti con i gettonisti e sarà possibile lanciare i bandi per sostituirli progressivamente con conferimenti di incarichi libero professionali.
Dopo quelli per anestesisti e medici di Pronto soccorso pubblicati da Areu, l'Agenzia regionale di Emergenza Urgenza, anche all'Asst Valle Olona sono stati pubblicati avvisi per reclutare pediatri. Al Niguarda si cercano psichiatri a 40 euro lordi l'ora e all'Ats di Milano infermieri da pagare 30 euro lordi l'ora. I bandi si chiuderanno rispettivamente il 22 febbraio e il 26 febbraio, altri ne sono previsti a Gallarate e Busto Arsizio.
La contrattualizzazione dei liberi professionisti da incaricare spetta alle singole strutture sanitarie, anche se la selezione viene condotta per conto della Regione da un unico gestore, individuato in Areu, con procedura centralizzata.
Secondo quanto disposto dalla delibera approvata dalla giunta regionale lo scorso dicembre, dopo aver avviato una rilevazione dei bisogni di copertura dei servizi sanitari nelle varie strutture regionali, i liberi professionisti interessati a candidarsi saranno indirizzati negli enti del servizio sanitario, che scorreranno gli elenchi degli idonei in ragione delle specifiche esigenze.
È stato stabilito che ogni ente potrà attingere fino ad un massimo di tre volte dalla lista per il conferimento di ulteriori incarichi libero professionali a parità di condizioni. Il singolo professionista potrà pertanto essere titolare di vari incarichi conferiti da enti diversi.
Che le ore fossero ormai contate per le cooperative e che i gettonisti dovessero stare fuori dagli ospedali lo aveva già spiegato qualche settimana fa l'assessore al Welfare Guido Bertolaso nel corso di una conferenza stampa in cui annunciava che la Lombardia sarebbe stata la prima regione a predisporre le adeguate procedure per riportare medici ed infermieri nel Servizio sanitario regionale.
Il provvedimento adottato dalla Giunta mira a riequilibrare il modello iniquo utilizzato dalle cooperative: Ritengo che la proposta economica per i liberi professionisti sia congrua rispetto al compenso che ricevono i colleghi dipendenti ospedalieri
, ha dichiarato Bertolaso auspicando altresì che essi decidano di rientrare nel sistema sanitario partecipando ai bandi di concorso dei vari ospedali.
Al posto dei gettonisti, il Piano della sanità lombarda prevede altresì il prestito di medici tra ospedali con l'obiettivo, comunque, di usare il meno possibile gli elenchi di liberi professionisti creati tramite i bandi.
Sarà possibile quindi coprire i fabbisogni di personale prestando i professionisti tramite convenzioni tra ospedali, secondo il modello già applicato tra il Gaetano Pini e l'Asst di Lodi. Secondo il Piano di Bertolaso, questo prestito consentirà di ridurre ulteriormente le spese per il personale, a favore delle Rsa che incasseranno 90 milioni in più dalla Regione.
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