Per ovviare alla carenza di professionisti sanitari all’interno degli ospedali, l’Azienda ha aperto una serie di canali con il Sudamerica. Ma gli infermieri sono “merce rara” anche nelle Rsa e case di riposo. Il direttore generale dell’Ulss 3, Edgardo Contato: Con il Venezuela e il Brasile l’integrazione è semplice
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Infermieri dal Venezuela per colmare la carenza di professionisti
Già ad aprile, in Lombardia, l’Uneba (l’Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale) ha deciso di guardare al Sudamerica, aprendo un canale privilegiato con le università di Perù e Paraguay, ma anche con l’ospedale italiano di Buenos Aires, in Argentina.
Laconico il commento della stessa organizzazione di categoria: Non possiamo permetterci di aspettare i futuri laureati in infermieristica – fermo restando che ci sia la volontà politica di incrementare i posti nelle diverse università –, né di attendere che i diversi rappresentanti professionali si accordino su profili di nuovi operatori della salute
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Presto che è tardi, insomma. Ed oltre ai sanitari provenienti dall’Ucraina, l’Italia aspetta anche infermieri dal Sudamerica. Non solo in Lombardia – dove l’assenza di professionisti sanitari pone a rischio gli anziani più fragili nelle residenze assistenziali (per noi infermieri la misura è colma e molti colleghi hanno già deciso di gettare la spugna, perché fare questo lavoro sta diventando insostenibile
, ha spiegato Aurelio Filippini, presidente di Opi Varese) – ma anche in Veneto.
A questo proposito il direttore generale dell’Ulss Serenissima, Edgardo Contato, rende noto di aver incontrato il console del Venezuela per arruolare nuovi professionisti sanitari e coprire, o quantomeno tamponare, le carenze di organico all’interno degli ospedali. Stiamo cercando di superare alcuni ostacoli per riuscire a portare da noi il maggior numero possibile di professioni sanitari venezuelani
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Come detto, trovarne in Italia è come cercare la pentola d’oro dove finisce un arcobaleno. E nello stesso Veneto risulta un’impresa: a fronte di una domanda elevatissima, infatti, l’offerta sul mercato è ridotta al lumicino. Gli infermieri li cercano anche gli ospedali privati e le case di riposo
, riprende Contato, che quindi entra nello specifico delle “trattative” che sta portando avanti. In Etiopia abbiamo aperto canali analoghi – spiega – ma il confronto è fitto in particolare con il Brasile, dove risiedono molte persone con il doppio passaporto e lì le scuole sono assai simili alle nostre
. C’è quindi l’aspetto culturale che non va tralasciato. Al pari del Venezuela, il Brasile è una società con affinità linguistiche e religiose. L’integrazione è semplice
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Nei mesi scorsi l’Azienda aveva cercato di assumere infermieri dall’estero, professionisti in fuga dall’Est Europa che però sono stati intercettati per tempo da Svizzera e Germania, ma anche dalla Francia.
Sul tema interviene Francesco Menegazzo (Uil Fpl): Regione Veneto dovrebbe perseguire una strategia complessiva per risolvere il problema della carenza di personale infermieristico. Cercare figure in altri Paesi, stante la situazione, è una possibile risposta ma da sola non basta
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