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Serve un benefit per frenare la fuga degli infermieri frontalieri

di Redazione

Sebbene sia già nota la disparità di trattamento economico dei professionisti della sanità italiani rispetto ai colleghi dei vicini Paesi europei e sebbene tale disuguaglianza sia stata più volte denunciata da Ordini Professionali e sindacati, il dato ora è stato certificato nel 19° rapporto sanità 2024 che il 'Centro per la ricerca economica in sanità' elabora annualmente. Si tratta di un importante documento che presenta un'analisi economica e statistica del contesto in cui si muove la sanità e delle performance del sistema (finanziamento, spesa ed equità), delle varie tipologie di assistenza (prevenzione, ospedaliera, residenziale, specialistica, farmaceutica, primaria e territoriale, domiciliare) e degli impatti industriali della Sanità.

Gli infermieri frontalieri possono guadagnare come un primario

Il 19° rapporto Sanità 2024 formulato da CREA evidenzia la disparità di trattamento economico dei professionisti sanitari italiani rispetto ai colleghi europei.

Dal rapporto “Il futuro (incerto) del SSN, tra compatibilità macro-economiche e urgenze di riprogrammazione”, pubblicato il 24 gennaio, emerge che lo stipendio degli infermieri svizzeri, a parità di potere d'acquisto, è superiore del 46,2% rispetto ai colleghi di Como, che percepiscono, a inizio carriera, circa 2600 euro lordi. È importante considerare che in Svizzera ci sono meno tutele, la vita risulta più cara e sono necessari provvedimenti per coprire i costi di un'assicurazione sanitaria. Tuttavia, oltreconfine, un infermiere guadagna comunque di più, sino a 5.500 euro lordi.

Anche se negli ultimi dieci anni gli stipendi degli infermieri italiani sono aumentati del 4%, passando da 32.600 euro lordi annui a 33.900, nel Canton Ticino si superano i 70.000 euro l'anno. Va notato che, nonostante un trattamento stipendiale migliore soprattutto per i medici a Londra e Berlino, il rapporto Crea evidenzia comunque che lo stipendio di un infermiere italiano è mediamente inferiore del 19% rispetto allo stipendio medio riconosciuto in venti nazioni europee prese a riferimento.

Se un infermiere in Italia prende il 20% in meno rispetto a uno in Inghilterra, la disparità risulta ancora più evidente in Germania, dove la differenza sale al 56%. Complice la disparità salariale, la fuga degli infermieri italiani all'estero continua, soprattutto tra coloro che vivono vicino alle frontiere. Questo fenomeno è particolarmente preoccu-pante se messo in relazione con l'invecchiamento della popolazione generale e associato alla diffusa grave carenza di professionisti, sia negli ospedali che nel territorio, dove si riscontrano sempre maggiori difficoltà nel reperire infermieri da destinare alle residenze per gli anziani.

Considerando che in Italia ci sono 6,22 infermieri ogni mille abitanti, l'aumento della popolazione anziana, che comporta necessariamente un notevole incremento dei bisogni di cura, rischia di rompere l'equilibrio tra domanda e offerta. Sarà sicuramente necessaria più assistenza, ma già adesso si riscontra una carenza di personale. La situazione sta diventando particolarmente critica nelle regioni italiane di confine, come in Lombardia. Si stima che siano circa 5000 gli infermieri lombardi fuggiti in Svizzera, dove possono guadagnare quasi quanto un primario.

Secondo i dati Istat, entro il 2040 nella provincia di Como le persone over 80 aumenteranno del 50%, con un supporto di 50,6 infermieri ogni mille over 75, cifra inferiore rispetto alla media nazionale (52,3). Negli ospedali della zona, come al Valduce, si evidenziano gravi vuoti nell'organico, soprattutto nel Pronto Soccorso. Attualmente, solo nella provincia di Como mancano 300 infermieri, mentre a Varese se ne registrano altri 100. In tutta la Lom-bardia la carenza è di 10 mila infermieri.

Guido Bertolaso spera di compensare tale deficit con l'arrivo di infermieri provenienti dal Sud America e dai Paesi del Mediterraneo. All'Ordine ne sono iscritti 3700, ma non sono sufficienti. Per colmare il divario nei reparti ospedalieri e sul territorio, l'Asst Lariana ha re-centemente indetto un nuovo concorso per altri 100 posti, dopo aver assunto 130 infer-mieri che avevano superato un bando alla fine dell'anno scorso.

Per contrastare la fuga di infermieri lombardi, così come di medici e operatori sanitari, trattenendoli in servizio presso le strutture sanitarie italiane, l'articolo 50 dell'ultima Legge di Bilancio prevede un benefit: l'indennità di frontiera. Questo incentivo dovrebbe motivare il personale sanitario che vive vicino alla frontiera a rimanere nel proprio Paese. La quantità esatta di questo premio non è ancora stata definita, ma si prevede che possa essere erogata tassando i frontalieri, ovvero tutti i residenti nella fascia di confine, compresi gli operatori sanitari che ogni giorno attraversano il confine per lavorare in Svizzera.

Sono circa 80.000 cittadini, che già pagano le tasse in Italia, a cui viene richiesto un ul-teriore contributo. La legge di stabilità lo definisce “contributo sanitario”, una tassa che va dal 3% al 6% del reddito, finalizzata a finanziare il servizio sanitario nazionale e variabile in base alle regioni di confine.

Si tratta di una possibilità per trattenere le risorse. In attesa del rinnovo del contratto nazionale, ci auguriamo che venga riconosciuta la professionalità con un adeguato incremento economico. Questa iniziativa risponde alle numerose richieste che gli ordini delle professioni infermieristiche delle aree di confine hanno presentato alla politica lombarda, cercando di valorizzare i professionisti che continuano a sostenere la salute dei cittadini in condizioni lavorative non ottimali, hanno dichiarato i Presidenti OPI di Como e Varese, Giuseppe Chindamo e Aurelio Filippini.

L'indennità di frontiera per i sanitari è ora una legge, quindi la Lombardia deve applicarla, afferma Massimo Coppia, segretario della Funzione Pubblica della Uil del Lario. Abbiamo sollecitato la Regione a calcolare rapidamente questo bonus, in modo da aumentare immediatamente gli stipendi dei nostri infermieri e medici, avverte, aggiungendo che questo beneficio dovrebbe essere esteso anche ad altre risorse professionali difficili da reperire, come assistenti e operatori socio-sanitari che operano negli ospedali e ambulatori lombardi.

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Commenti (1)

valigiepronte

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1 commenti

Benefit

#1

Serve un benefit a tutti gli infermieri non solo a quelli frontalieri. Servono stipendi decenti e non essere trattati come i servi della sanità.