Proseguono le violenze fisiche e verbali nei confronti del personale sanitario. Al San Camillo un paziente no vax ha aggredito un’infermiera 30enne prendendola a calci in testa. Poche settimane fa, al San Giovanni, un’operatrice è stata aggredita da un paziente che le ha staccato un dito a morsi. Barone (Nursind Lazio): Episodi gravissimi, riceviamo segnalazioni da tutti gli ospedali
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Ospedale San Camillo di Roma: infermieri aggrediti dai pazienti
Oramai non c’è più un giorno (o quasi) nel quale non si registrino nuovi casi di violenze fisiche e verbali nei confronti del personale sanitario. E, seppur importante come momento di attenzione, la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari – che si celebrerà il 12 marzo di ogni anno – sembra, oggi più che mai, distante anni luce. Lo scorso dicembre il San Camillo di Roma era già stato al centro, suo malgrado, dell’ennesimo caso: un 44enne positivo al Covid-19 era fuggito dal reparto, aggredendo alcune infermiere che cercavano di farlo ragionare e distruggendo diverse apparecchiature in dotazione alla struttura. Sono trascorsi un paio di mesi e un paziente no vax, nel medesimo ospedale in Circonvallazione Gianicolense, ha aggredito un’infermiera colpendola con calci in testa. Ricoverato, l’uomo ha rifiutato le cure per poi aggredire l’operatrice. Per lui è scattata la denuncia penale per aggressione e lesioni volontarie. La professionista sanitaria, 30enne romana, ha riportato contusioni con una prognosi di dieci giorni a causa delle percosse subìte.
Paziente no vax colpisce a calci in testa l’infermiera
Contratto il Covid-19, l’uomo si trovava all’interno dell’ospedale, in seguito al peggiorare delle sue condizioni di salute che hanno richiesto il ricovero. Opponendosi alle cure che avrebbe ricevuto, ha spinto a terra la professionista sanitaria per poi prenderla a calci in testa. Ad intervenire in supporto dell’infermiera sono stati i colleghi, che hanno bloccato l’aggressore, subito dopo allontanato dal personale di sicurezza del San Camillo. Immediatamente soccorsa, l’operatrice è stata sottoposta a tutti agli accertamenti del caso. Quindi, dolorante e con il volto rigato dalle lacrime, ha spiegato agli agenti di polizia intervenuti sul posto
Mi si è rivoltato contro all’improvviso. È successo tutto in pochi secondi, non sono riuscita a liberarmi
Sull’episodio, purtroppo non il primo come già detto, si è espresso il segretario del Nursind Lazio, Stefano Barone: Gli episodi di violenza, soprattutto nei Pronto soccorso, sono aumentati in modo esponenziale. Riceviamo segnalazioni da tutti gli ospedali. Il personale è già allo stremo, la quarta ondata della pandemia ci ha piegati. Episodi del genere sono gravissimi
. Le aggressioni costanti, ma anche stipendi inferiori rispetto al resto d’Europa (e privati anche dell’indennità straordinaria Covid da 75 euro), turni massacranti e mancanza di turnover. Questi, soprattutto, i motivi che hanno indotto alle dimissioni ben 600 professionisti sanitari del Lazio, regolarmente assunti (se ne sono andati alla fine del 2021 e altrettanti, se non di più, dovrebbero seguirli durante nel 2022).
All’improvviso me lo sono ritrovato addosso, era una scheggia impazzita. Sono stati i colleghi a salvarmi
Tornando agli episodi di violenza, quello del San Camillo è stato preceduto di un paio di settimane da un altro, sempre grave, avvenuto all’ospedale San Giovanni Addolorata. Qui un’infermiera è stata aggredita da un paziente 55enne, che le ha staccato un dito a morsi. All’improvviso me lo sono ritrovato addosso, era una scheggia impazzita. Sono stati i colleghi a salvarmi
, le parole pronunciate dalla donna ai soccorritori.
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