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Paziente aggredisce infermiere schizzandogli sangue negli occhi

di Redazione

Mentre vaga per il corridoio del reparto improvvisamente si strappa il catetere venoso periferico e brandisce il deflussore facendo schizzare il suo sangue negli occhi di un infermiere. È successo nella mattinata di lunedì 2 agosto all'ospedale Infermi di Rimini, dove un 30enne ricoverato ha compiuto un gesto inconsulto e improvviso, sembrando agire con la deliberata intenzione di nuocere all’infermiere, che ora è sotto terapia antiretrovirale.

Infermiere aggredito da un paziente, ora è a rischio di danno biologico

Lontani, lontanissimi i tempi degli applausi dedicati agli "eroi". Gli episodi di aggressione ai sanitari sono tornati all'ordine del giorno da tempo, nemmeno la pandemia da Covid-19 li ha cancellati. Dopo i casi eclatanti accaduti nel napoletano - tra questi, l'episodio di un'infermiera aggredita con un seghetto da falegname - questa volta la cronaca viene da Rimini, dove un paziente ricoverato all'Ospedale Infermi è stato colto da un raptus improvviso e imprevedibile ai danni di un infermiere.

Il paziente, un trentenne nordafricano, vagava lungo la corsia del reparto all’interno del quale si trova ricoverato quando, improvvisamente, si è deliberatamente sfilato l'ago cannula dal braccio e, con l'aiuto del deflussore collegato, ha cominciato a schizzare sangue verso il viso dell'infermiere che in quel momento gli è passato accanto. L'infermiere, colto alla sprovvista, ha cercato di ripararsi con le braccia, ma è stato comunque colpito agli occhi. Il rischio, anche in virtù del tipo di reparto nel quale l'aggressore è ricoverato, è che possa essere positivo all'Hiv; da qui l'ovvia apprensione dell'infermiere (attualmente sottoposto a terapia antiretrovirale), che dovrà controllarsi per i prossimi sei mesi per escludere di aver contratto l’infezione.

Per riportare la calma in reparto ci è voluto l'intervento dei colleghi dell’infermiere, che sono riusciti ad agire con tutte le cautele del caso e a mettere in condizioni di non nuocere il paziente esagitato. L’infermiere si è poi rivolto al presidio di polizia dell’ospedale, che ha preso in consegna l’uomo, ma - dopo il consulto con il magistrato - resta in essere solamente la denuncia a piede libero con l’accusa provvisoria di tentate lesioni. Secondo il parere del magistrato, infatti, il reato si concretizzerà solo qualora l'infermiere dovesse sviluppare l'infezione.

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