Uno dei due professionisti sanitari ha riportato fratture costali, trauma toracico, trauma cranico e ferite lacero contuse. L’altro, ferite più lievi. Contuso anche un ausiliario. Gli aggressori sono un gruppo di romeni, tra cui compaiono diversi pregiudicati. Il direttore generale dell’Asp 7, Aliquò: L’aggressione ai sanitari rappresenta un atto incivile, il nostro sistema non favorisce la loro sicurezza
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Botte da orbi al Pronto soccorso, vittime infermieri e ausiliario
Tre sanitari feriti dai parenti di una donna pluripatologica e trapiantata, che l’avevano portato al Pronto soccorso dell’ospedale Riccardo Guzzardi di Vittoria (Ragusa), pretendendo cure immediate senza attendere i tempi d’attesa. Ed è l’ennesimo caso di violenza contro il personale sanitario, sempre legato alla poca (se non nulla) volontà di aspettare il proprio turno per essere visitati.
È già accaduto nei Pronto soccorso dell’ospedale San Luca a Lucca e dell’ospedale dei Pellegrini a Napoli. Stavolta in Sicilia, dopo l’aggressione, è toccato ad un 43enne essere denunciato per minacce e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. E lo stesso è successo per il figlio 15enne della donna, di cui si occuperà il tribunale dei Minori di Catania. Ma ripercorriamo dal principio la vicenda.
L’aggressione avrebbe preso il via poco dopo le 21:30 della notte scorsa. Il gruppo di rumeni ha condotto in ospedale una donna (si scoprirà, in seguito, madre e moglie di due delle persone coinvolte) e l’aggressione avrebbe preso il via quando la paziente, che voleva alzarsi, è stata invitata ad aspettare l’aiuto del personale sanitario. Invito che sarebbe stato ignorato, con la conseguente caduta della donna e, da qui, l’esplosione di violenza dei famigliari nei confronti dei sanitari.
Il figlio minore, armato di asta della flebo, ha incominciato a colpire il personale presente. Ed è stato solo il principio, poiché sono state distrutte le sedie della sala d’attesa, scagliate con forza addosso a sanitari. E ancora giù pugni (seguiti da una telefonata per fare giungere dei rinforzi). Una situazione ingestibile, tant’è che le forze dell’ordine – chiamate dalla struttura – hanno faticato non poco a ripristinare l’ordine, con il Pronto soccorso che è rimasto bloccato per oltre un’ora.
Il bollettino conta tre persone ferite. Un infermiere è stato ricoverato in ospedale con fratture costali, trauma toracico, trauma cranico e ferite lacero contuse. Per lui la prognosi è di 25 giorni. Altri suoi colleghi (un infermiere e un ausiliario), anche loro aggrediti dai famigliari della donna, hanno riportato ferite lievi e guariranno in 15 giorni.
Già noti alle forze dell’ordine, gli aggressori sono stati condotti in caserma dai militari, che hanno anche acquisito le immagini della video sorveglianza. Sul posto è arrivato anche il direttore generale dell'Asp 7 di Ragusa, Angelo Aliquò. Queste le sue parole: Un’aggressione al Pronto soccorso è incivile a prescindere, ma se ad effettuarla sono stranieri pregiudicati, delinquenti noti alle forze dell’ordine, è ancora peggio. Il nostro sistema non favorisce la sicurezza né degli operatori, né delle forze dell'ordine, né tantomeno dei cittadini. Non occorrono queste situazioni per comprendere che i cittadini vanno tutelati e che pertanto deve aumentare la sicurezza nel territorio
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