La proroga di 36 mesi degli infermieri dell’Asp deve essere un primo step verso la stabilizzazione dell’interno personale precario
, spiega la Uil Fpl. In standby, invece, gli Oss ma permane l’ottimismo. Intanto l’Aned Basilicata denuncia: Carenza di operatori sanitari nelle nefrologie e dialisi di Potenza e Matera
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Uil Fpl: proroga infermieri sia primo passo per stabilizzazioni
Potranno continuare a lavorare fino al raggiungimento dei 36 mesi di servizio, gli infermieri precari dell’Asp di Potenza dove la direzione generale – a seguito delle rimostranze e diffide ricevute da Uil Fpl Basilicata – ha disposto le proroghe attraverso la delibera “2021 00389”.
Il sindacato, infatti, era intenzionato a indire uno sciopero di protesta tra i lavoratori per le mancate proroghe di contratto (adesso, appunto, arrivate) con scadenza il 15 giugno.
Restano in attesa, invece, gli operatori socio sanitari e le altre figure professionali del settore, reclutati da altre graduatorie che – al momento – potranno beneficiare della proroga soltanto fino al 31 dicembre 2021.
Per loro, la Uil Fpl resta in attesa di chiarimenti da parte dell’Azienda sanitaria provinciale di Potenza, nella certezza che sia una mera questione di tempo e ci sia l’intenzione di prorogare (anche nel caso specifico) i contratti fino ai 36 mesi. Con una nota, il sindacato nell’ottica di un rafforzamento del sistema sanitario, ritiene l’atto dell’Asp un punto di partenza nell’ottica di trovare soluzioni più consone
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In Basilicata, però, permane la carenza del personale infermieristico e medico dei Pronto soccorso, che in determinati territori lucani costituisce una situazione assai critica. Numeri alla mano, infatti, a mancare sono almeno 30 infermieri e 15 medici; un’insufficienza colmata dagli stessi operatori sanitari, che si sottopongono a turni oltre le 48 ore settimanali. Come spiega la Uil Fpl: Il personale occorre per potenziare il piano vaccinale, il sistema di emergenza 118, la medicina territoriale e per riconvertire gli ospedali distrettuali – come Venosa e Chiaromonte, solo per fare due esempi – alle attività che svolgevano prima di diventare centri Covid
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E appena pochi giorni fa, il segretario regionale dell’Aned (Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianti) della Basilicata, Donato Andrisani, denunciava la carenza di personale sanitario all’interno dei reparti di nefrologia degli ospedali di Potenza e Matera e nei centri dialisi pubblici esistenti. Non può reggere il poco personale rimasto, impegnato nelle attività di prevenzione e diagnosi precoce delle malattie renali, nel controllo clinico dei soggetti trapiantati (oppure in attesa di trapianto), nei reparti di ricovero, nel garantire il trattamento salvavita ai dializzati e in numerose altre attività complesse
. Esprimendo poi rammarico nel ricevere la risposta del dipartimento sanità della Regione Basilicata, l’unica, del 25 maggio scorso, che è stata inconsistente, auto assolutoria, priva di visione
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Da qui la preoccupazione, espressa da Andrisani, che potrebbero essere chiusi gli ambulatori per il controllo dei nefropatici e dei trapiantati e i reparti di nefrologia. Tutto ciò si declinerà in meno cure e salute, più rischi per nefropatici, dializzati e trapiantati con l’aggravio di spese per il Servizio sanitario nazionale e regionale
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