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Nursing Up a Regione: lacune nel piano contro carenza personale

di Redazione

Il piano strategico regionale si focalizza su carenza, invecchiamento del personale, pensionamenti e scarsa attrattività della professione ma, da una prima analisi, non collima con gli obiettivi della nostra organizzazione sindacale. La sensazione è che si voglia mettere una toppa senza agire in maniera pragmatica sugli aspetti organizzativi. Così Guerrino Silvestrini, segretario regionale di Nursing Up Veneto, commentando il Piano Regionale di Contrasto alla carenza di personale sociosanitario (Delibera n. 960 del 13 agosto 2024, pubblicata sul Bur n.114 del 20 agosto 2024), approvato dalla Giunta lo scorso agosto come risposta concreta per supportare il personale e rendere più attrattivo il sistema sanitario veneto.

Infermieri: preoccupa il numero di dimissioni in fascia età 35-40 anni

Chiediamo alla Regione Veneto di individuare soluzioni concrete ed incisive per affrontare la questione economica, fronteggiare la carenza di personale e colmare il gap dovuto alla mancanza di una concreta politica di riconoscimento e valorizzazione del personale delle professioni infermieristiche di tutti i livelli: infermiere, funzioni professionali e coordinamenti, si legge in una nota diffusa il 7 ottobre.

Nel piano la Regione riconosce che il fenomeno delle grandi dimissioni è legato al peggioramento delle condizioni di lavoro e ad uno sbilanciamento tra l'attività lavorativa, sempre più pressante, e la necessità degli spazi di vita privata sempre più compressi, spiega Silvestrini.

Riconosce anche la bassa valorizzazione delle competenze, la scarsità di misure per la conciliazione vita lavoro, il basso riconoscimento sociale e la bassa remunerazione, dato che gli stipendi in Italia sono mediamente inferiori del 20% rispetto al resto d'Europa, continua sottolineando tuttavia che permangono tanti interrogativi sulle azioni individuate per fronteggiare la mancanza di attrattività nonché il massiccio esodo dei lavoratori delle professioni infermieristiche.

Dalla nota del Nursing Up si apprende che il Piano conferma, purtroppo, un quadro allarmante seppur già noto. Emerge infatti che il 50% delle dimissioni è dato da pensionamenti e il restante 50% è dovuto all'esodo del personale infermieristico in età da lavoro che va verso il privato o la libera professione.

Inoltre, tra le dimissioni volontarie, spicca un altro aspetto rilevante ossia che negli ultimi cinque anni l'età media di abbandono si è abbassata dai 41 anni ai 37 anni, coinvolgendo professionisti formati con grande esperienza acquisita e nel pieno della produttività, si precisa nel comunicato stampa.

Inquietante è poi l'andamento di questo fenomeno che ha visto lievitare la percentuale di dimissioni inattese, continua specificando che sono passate dal 31% del 2017 al 65% del 2022, un vero e proprio picco, sino ad attestarsi al 54% nel 2023. Occorre prendere atto, sottolinea ancora il sindacato, che oltre il 50% delle dimissioni avviene in età da lavoro, concentrandosi tra i 35 e i 40 anni e che quelle inattese sono praticamente raddoppiate nel giro di 6 anni.

Questa fotografia attesta e conferma che il nodo cruciale è dato dal basso livello organizzativo che non prevede e non consente un reale sviluppo professionale dell'infermiere, conclude Silvestrini riferendosi allo skill mix nel lavoro di reparto, dove ogni competenza deve intersecarsi all'altra.

Spesso e volentieri, invece, l'infermiere non riesce ad esprimere le competenze proprie dell'assistenza infermieristica a causa dell'impianto organizzativo in cui si rapporta con le altre professioni, senza avere lo spazio dovuto per esprimere realmente il suo ruolo di figura chiave rispetto al progetto assistenziale del paziente.

La nota si conclude con la richiesta che, oltre all'autonomia dell'infermiere nell'ambito dello skill mix, ci sia un riconoscimento anche dei master universitari: Si tratta di percorsi altamente qualificanti svolti dagli infermieri per migliorare gli ambiti dell'assistenza infermieristica che fino ad oggi non hanno ottenuto il giusto riconoscimento, aggiunge la coordinatrice provinciale di Nursing Up per Verona e Belluno, Lorella Vidori.

Come previsto dalla delibera regionale, il Piano strategico sarà oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali e professionali interessate, anche al fine di acquisire suggerimenti e indicazioni applicative. Il primo tavolo con la Regione è previsto il 9 ottobre, a Padova.

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