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Nursind contro Regione su fondi prestazioni aggiuntive

di Redazione

Le risorse destinate dalla Legge di bilancio per le prestazioni aggiuntive delle professioni sanitarie del comparto, pari a circa 6 milioni di euro per tariffe orarie di 60 euro, non fanno parte dei 25 milioni destinati dalla stessa legge per l'abbattimento delle liste di attesa. Questa la precisazione diretta alla Regione con la quale il Nursind, il sindacato degli infermieri, sottolinea che i sei milioni sono appunto aggiuntivi e che le risorse a cui attingere per tagliare le liste trovano il loro finanziamento all'interno dello 0,4% del finanziamento indistinto.

Liste attesa, Nursind: giù le mani dai fondi per prestazioni aggiuntive

Se ci sono risorse destinate a riconoscere economicamente prestazioni oltre l'orario di lavoro oppure le giornate di lavoro previste contrattualmente per sopperire le carenze di organico, queste vanno utilizzate per le finalità previste e con le modalità concordate, puntualizza il segretario Nursind Piemonte, Francesco Coppolella.

A meno che si pensi di voler continuare ad abusare della disponibilità degli infermieri – rimarca -. Se invece, pur in assenza di carenza di personale, queste risorse possono essere utilizzate anche per l'abbattimento delle liste di attesa, recependo l'indicazione della legge di bilancio, non vuol dire che la finalità vada completamente sostituita e far pagare pegno agli infermieri, continua Coppolella.

Nursind denuncia che molti servizi si reggono ancora con prestazioni oltre l'orario e oltre i giorni lavorativi attraverso la disponibilità degli infermieri. Essa, tuttavia, potrebbe venire meno - avverte il segretario del Nursind - sia per le liste di attesa sia per la carenza di personale. Perché siamo consapevoli delle due diverse emergenze ma siamo altrettanto consapevoli del nostro ruolo.

La precisazione del sindacato sulla questione dell'uso appropriato delle risorse a disposizione segue la risposta della Regione secondo la quale ci sarebbe una non meglio specificata responsabilità romana, che dovrebbe chiarire questo aspetto.

Pur non discutendo l'importanza di abbattere le liste di attesa, il sindacato ritiene sia doveroso definire meglio le disposizioni, osservando quanto stabilito, anche perché sono passati già diversi mesi dalla legge di bilancio. Ribadiamo pertanto il nostro no all'uso dei fondi delle prestazioni aggiuntive per abbattere le attese, conclude.

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