La Regione intende valorizzare la professionalità infermieristica attraverso la proposta di legge formulata dei consiglieri regionali Giulio Gallera e Simona Tironi. Due le modalità: l’istituzione del Direttore assistenziale e la deroga al rapporto di esclusività degli infermieri, quantomeno a livello regionale. In questo modo potenziamo la medicina territoriale
, spiegano Gallera e Tironi.
Rilancio della professione infermieristica in Lombardia
Valorizzare la professione infermieristica e le altre figure del comparto per massimizzarne l’impiego nella gestione ospedaliera e territoriale, per l’apporto assistenziale complessivo che forniscono agli assistiti, soprattutto ai pazienti cronici e pluripatologici. E l’introduzione della Direzione assistenziale potrà assicurare un modello di governance efficace e consono, nel rispetto di standard qualitativi sempre più elevati e coinvolgendo tutte le figure professionali a disposizione.
Questo il messaggio circoscritto, in Lombardia, dal presidente della Commissione regionale Programmazione e Bilancio e assessore alla Sanità durante la pandemia, Giulio Gallera, e dalla vicepresidente della Commissione Sanità, Simona Tironi (entrambi di Forza Italia), firmatari della progetto di legge n. 231 del 29 giugno 2022 (“Valorizzazione delle figure dell’infermiere e delle professioni sanitarie”) che introduce modifiche alla Legge regionale n. 33 del 30 dicembre 2009 (“Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità”).
Rilancio infermieristica in Lombardia: il progetto di legge offre due modalità di valorizzazione delle professioni sanitarie: prima di tutto, si prevede l’istituzione del Direttore assistenziale, che potrà garantire la governance efficace, appropriata e di elevata qualità nei percorsi di cura del paziente; quindi la deroga al rapporto di esclusività degli infermieri, almeno a livello regionale, dando al professionista sanitario l’opportunità di lavorare anche al di fuori delle 8 ore, in una Rsa oppure a domicilio, con l’intento di valorizzare questa figura.
Intervistato da Il Giornale, Gallera illustra quali sono le implicazioni per il sistema sanitario: Secondo questo nuovo paradigma il malato non deve essere considerato soltanto nel momento acuto, quindi dell’ospedalizzazione, ma va accompagnato in un percorso. Oggi chi pesa di più sul sistema sanitario sono i pluripatologici, pertanto i cittadini anziani che hanno bisogno di più specialisti
.
Il suddetto progetto di legge istituisce anche la figura del Direttore assistenziale. A tale proposito, Gallera precisa: È quella figura che deve coordinare gli infermieri all’interno dell’ospedale, ma anche sul territorio. In ospedale bisogna valorizzare i percorsi di presa in carico di un paziente anziano che viene ricoverato. Quando viene dimesso c'è bisogno di qualcuno che si occupi di attivare l’assistenza domiciliare integrata, la riabilitazione, individuare una badante. Poiché anche nella riforma fatta in novembre dalla Regione i medici di medicina generale e gli infermieri sono in capo all'Asst, è pacifico che la figura del direttore assistenziale diviene strategica
.
E ancora come in qualche modo anticipato, la grave carenza di infermieri in Lombardia (mancano 9500 operatori), acuita dalla pandemia, è stato uno dei motivi alla base dell’idea di estendere in regione la deroga che solo dal 2021 permette agli infermieri dipendenti della sanità pubblica di esercitare anche in libera professione, ovviamente fuori dall’orario di lavoro. Un tema, questo, assai sentito dalla categoria.
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