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Bologna

Infermieri: per trattenere chi fugge servono più soldi

di Redazione

Se ne vanno a centinaia e guadagnano in una settimana quello che in Italia guadagnano in un mese. Ma di infermieri se ne perde, più o meno, un 30% già durante gli studi universitari”. Così il presidente dell'Ordine professionale di Bologna e dell'Emilia-Romagna, Pietro Giurdanella, riferendosi alla cronica carenza di infermieri, alla loro continua fuga dalla sanità pubblica e alla loro emigrazione verso Paesi che offrono remunerazioni maggiori e migliori prospettive professionali.

Carenza infermieri, Opi Bo: serve risposta organica a partire dall'università

carenza infermieri

Gli infermieri fuggono dalla sanità pubblica ed emigrano verso Paesi che offrono remunerazioni maggiori.

Non è solo un problema di stipendio. Si tratta anche di un problema organizzativo e di evoluzione della professione - spiega Giurdanella -. In Italia si lavora ancora come 25 anni fa e all'infermiere non viene riconosciuta l'alta specialità come all'estero, rimarca sottolineando che nel nostro Paese ci sono oltre 20mila infermieri laureati magistrali che hanno acquisito grandi competenze che non vengono tuttavia valorizzate.

Inoltre, anche dopo 20 anni di lavoro l'infermiere non solo avrà lo stesso stipendio, ma lavorerà nelle stesse condizioni di quando non aveva nessuna esperienza. Non ha autonomia, non ha responsabilità. L'infermiere domiciliare, per esempio, qualsiasi cosa faccia deve sempre chiamare il medico che magari non conosce il paziente. Pertanto, la distorsione che si crea per quello che vorresti essere e quello che sei, genera sofferenza.

Denuncia che in quattro anni dagli ospedali e dalle strutture sanitarie bolognesi se ne sono andati oltre seicento infermieri, tanti sono tornati nelle regioni meridionali da dove erano partiti in cerca del posto fisso e tanti altri hanno deciso di licenziarsi ed andare all'estero, soprattutto nel Regno Unito.

Spiega che le mete scelte dagli oltre 30mila infermieri già emigrati negli ultimi sei anni, secondo i dati dell'Ocse, sono anche la Svizzera, la Germania, il Belgio, la Francia e i Paesi Arabi dove guadagnano 1200-1600 euro a settimana: conosciamo le loro buste paga perché per andare a lavorare nel Regno Unito e nei Paesi Arabi hanno bisogno di un visto dell'Ordine.

Studenti in Infermieristica ed infermieri se ne vanno da Bologna anche perché è una città costosa, gli affitti sono alle stelle per gli stipendi che ricevono questi professionisti, evidenzia il presidente dell'Opi.

Inoltre, i costi di formazione e laurea di questi professionisti sono alti. I 30mila che non abbiamo più sono costati circa un miliardo di euro. Noi li formiamo e poi se ne vanno all'estero, spiega ricordando anche che prendere infermieri da altri paesi, come si ha l'intenzione di fare, significa aggiungere altri costi alla formazione di quelli italiani. È il caso degli infermieri indiani che sono naturalmente da formare perché non parlano l'italiano.

Qualcuno poi mi deve spiegare perché un infermiere indiano deve venire da noi a guadagnare in un mese quello che in Inghilterra gli danno per una settimana e senza avere il problema della lingua, visto che sono di madrelingua inglese, continua.

Secondo Giurdanella, il problema della carenza di personale sanitario va affrontato ragionando a lungo termine e in termini di rete di istituzioni: per trattenere chi fugge servono più soldi e possibilità di carriera. E dobbiamo ragionare su come trattenere gli studenti infermieri sin dall'università – ammonisce -. Il problema è diventato cronico, pertanto occorre una risposta organica, a partire dalla formazione universitaria, conclude.

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