C'è un congruo e adeguato numero di personale infermieristico in formazione in Liguria? Altrimenti è necessario aumentarne il numero, anche attingendo dall'estero. Compreso il personale proveniente da Paesi extra Ue che diano garanzia di standard formativi almeno pari a quelli del nostro Paese
. A proporlo è il presidente della commissione Sanità dal consiglio regionale della Liguria e consigliere della Lega, Brunello Brunetto.
Liguria verso stabilizzazione interinali che hanno lavorato in pandemia
L'esponente del Carroccio suggerisce la creazione di specifiche convenzioni tra l'Università di Genova e altri atenei di nazioni straniere
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Rispondendo a una sua interrogazione in aula, l'assessore Angelo Gratarola, ha sottolineato che l'attuale capacità formativa dell'Università di Genova non è in grado di soddisfare il fabbisogno del territorio: nel 2023, in linea con gli anni precedenti, il numero di studenti in grado di conseguire la laurea triennale è di circa 500.
Si può quindi ipotizzare che, a seguito delle sessioni di laurea di marzo-aprile e di ottobre-novembre 2023, almeno 450 nuovi infermieri formati in Liguria saranno disponibili per le esigenze del mercato del lavoro. Il restante fabbisogno, al momento, è soddisfatto mediante professionisti provenienti da altre regioni, ma si auspica che progressivamente l'ateneo possa potenziare la propria capacità formativa e arrivare a formare il numero di infermieri ritenuto sufficiente per le esigenze del sistema sanitario regionale
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Direzione che via Balbi sembra aver già preso, dal momento che sono previste circa 700 nuove matricole di Infermieristica per l'anno accademico 2023-2024, numero che viene considerato potrà soddisfare il fabbisogno regionale nel medio-lungo periodo.
Della carenza di infermieri, in aula, si è discusso anche attraverso un'interrogazione del consigliere del Pd, Davide Natale, nella quale si chiedevano lumi sulla stabilizzazione del personale con contratto interinale che ha prestato servizio durante la pandemia. Anche in Liguria questa possibilità diventerà realtà - commenta il dem, dopo la risposta di Gratarola - il governo Draghi aveva già previsto che questa tipologia di lavoratori venisse stabilizzata, ma inspiegabilmente le diverse Asl non hanno dato seguito a questa direttiva.
Questo è un atto di giustizia nei confronti dei tanti lavoratori che erano ancor più precari di coloro che avevano un contratto a tempo determinato e che oggi possono raggiungere il traguardo della stabilizzazione: una politica che ora deve essere estesa a tutti gli altri professionisti della sanità pubblica in attesa di una stabilizzazione
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