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Protesta Infermieri

Il centro chiude, a rischio 53 infermieri e oss

di Leila Ben Salah

A rischio 53 tra oss e infermieri della struttura Iside di Pozzuoli (Napoli), che dal 30 giugno in poi potrebbero ritrovarsi senza lavoro.

Iside, 53 lavoratori a rischio

protesta centro iside

La protesta dei sindacati contro la chiusura di Iside

Tutto inizia con l’idea dell’Asl Na 2 di internalizzare il servizio della struttura Iside, dove sono accolti malati psichiatrici. La struttura ora è convenzionata e per tagliare i costi l’Asl vorrebbe portarla fra le sue braccia. Il punto, secondo i sindacati, è che l’Asl vuole internalizzare il servizio e prendersi solo i pazienti dice Sandro Toticone, Fp Cisl. Pazienti che stanno seguendo un percorso di cura e riabilitativo e che rischiano di vedere interrotto il loro percorso perché improvvisamente l’azienda li porterebbe in altre strutture anche fuori dal territorio.

Quando è nata questa struttura sembrava procedere tutto nel senso giusto nell’ottica territoriale – dice Toticone – veniva svolto un lavoro riabilitativo che poneva l’accento sulla persona e non sulla malattia, interagendo con le piccole e grandi agenzie di socializzazione sul territorio e superando sul campo i pregiudizi e gli stereotipi che da sempre permeano la psichiatria. Poi lentamente il declino.

Ad ottobre 2016 i primi sei pazienti vengono portati via. È scaduto l’appalto e il personale dichiara lo stato di agitazione. Ad aprile 2017 nonostante una delibera aziendale, la gara d’appalto non viene ancora indetta. In questa situazione i pazienti non vengono più inviati alla struttura Iside e vengono ricoverati fuori territorio e fuori regione.

La deadline è il 30 giugno. Se la gara d’appalto non verrà pubblicata in gazzetta ufficiale entro quella data, non ci sarà più nessuna possibilità di proroga. Con conseguente e inevitabile chiusura di Iside.

La chiusura della struttura Iside non rappresenterebbe un risparmio economico – dice ancora Toticone - e metterebbe in seria crisi il principio riabilitativo della territorialità, impoverirebbe l’area Flegrea di risorse, creando disagio ai famigliari dei pazienti e alla collettività, aumentando inevitabilmente il livello di disoccupazione.

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