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Friuli, 400 infermieri di famiglia/comunità entro il 2025

di Redazione Roma

Il vicepresidente con delega alla Salute del Friuli Venezia-Giulia, Riccardo Riccardi, tratteggia l’impegno della Regione nell’ambito del DM/77: L’infermiere sarà il punto di riferimento per la comunità sull’assistenza infermieristica generale, presente in modo connettivale nei diversi setting territoriali. E ancora, non sarà solo un infermiere che eroga prestazioni ma si renderà “attivatore” di vicinato, adoperandosi per promuovere interventi di promozione e educazione alla salute per innescare e sviluppare stili di vita sani.

Infermiere di famiglia e comunità, la vision FVG

L'infermiere di famiglia avrà un ruolo determinante nei processi di assistenza e cura dei cittadini dichiara Riccardo Riccardi, vicepresidente con delega alla Salute FVG.

L’identikit dell’Infermiere di famiglia e comunità del Friuli Venezia Giulia secondo il vicepresidente con delega alla Salute della Regione, Riccardo Riccardi: Sarà un importante pilastro per lo sviluppo della sanità territoriale, sia per l’assistenza alle persone che per la promozione della salute.

Per istituire nonché certificare questa figura, in linea con il decreto ministeriale n. 77 del 23 maggio 2022 (“Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”), Riccardi spiega: Abbiamo avviato un percorso che porterà, entro il 2025, a rendere attivi sul territorio 400 infermieri di famiglia e comunità.

Una figura, questa, che avrà un ruolo determinante nei processi di assistenza e cura dei cittadini-utenti e nell’attivazione di quella che si può chiamare la “sanità di iniziativa”, dichiara ancora Riccardi. La presa in carico della persona avverrà per livelli di complessità. Tradotto (ancora nero su bianco): La popolazione sarà “stratificata” per livello di rischio, per il quale sarà declinata una funzione di infermiere di famiglia e comunità. In questo modo si riuscirà a dare risposte il più possibile appropriate, corrette ed esaustive alle persone.

E ancora, tale figura – il cui percorso formativo regionale è strutturato in circa 90 ore di formazione residenziale e 200 ore di tirocinio con l’intento di far acquisire ai professionisti le conoscenze utili ad agire con le competenze specifiche necessarie –, ribadisce l’assessore, opererà in integrazione con tutti i professionisti presenti a livello territoriale. Con il modello che sarà avviato ora in Friuli si andrà a uniformare la figura di questo professionista della salute sull’intero territorio. Lo standard riferimento è di un infermiere di famiglia e comunità ogni 3mila abitanti.

Quindi Riccardi fa presente che l’infermiere in Friuli Venezia-Giulia sarà punto di riferimento per la comunità, l’assistenza infermieristica generale (sarà presente, ad esempio, negli ambulatori, in accordo con le amministrazioni locali, vicino al medico di medicina generale e l’assistente sociale, perché la prossimità fisica aiuta a realizzare la presa in carico e l'integrazione tra tutti i professionisti e tutti i servizi).

Un vero e proprio “attivatore” di vicinato, parrocchie e altre realtà di volontariato della comunità locale. Pertanto, non si tratterà esclusivamente di un infermiere che eroga prestazioni, ma fornirà risposte a 360 gradi, anche con l’assistenza di tipo tutelare e relazionale, promuovendo interventi di educazione alla salute per attivare e sviluppare stili di vita sani.

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