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Come fermare la violenza contro gli operatori sanitari

di Monica Vaccaretti

L'articolo “State approaches to stopping violence against Health Care Workers”, pubblicato su Jama il 22 febbraio scorso, mette in evidenza - pur riferendosi ad un'analisi sulla peculiare situazione e legislazione statale statunitense - quanto il fenomeno della violenza contro gli operatori sanitari sia globale, sia sempre ritenuto inaccettabile al di là della sua crescente incidenza e sia doveroso affrontarlo per proteggere il personale sanitario. Seppure il contesto sanitario sia culturalmente diverso e il sistema giudiziario preveda pene più severe, l'analisi degli autori potrebbe essere utile per trovare strategie efficaci anche nel nostro Paese, poiché risulta che gli operatori sanitari sono sproporzionatamente a rischio di violenza sul posto di lavoro, rispetto ad altre categorie di lavoratori, in tante parti del mondo. Sarebbe interessante analizzare pertanto come anche la legge italiana intenda adattarsi per tutelare i professionisti della salute.

La violenza ai danni degli operatori sanitari è un fenomeno globale

sanitari a lavoro

L'articolo pubblicato su Jama evidenzia come il fenomeno della violenza sugli operatori sanitari sia globale.

Un’indagine nazionale ha dimostrato che negli Stati Uniti i sanitari hanno cinque volte in più la probabilità di subire violenza rispetto ad altre categorie professionali, rappresentando il 73% di tutti gli infortuni non mortali dovuti alla violenza.

Registrando che nell'ultimo decennio gli attacchi ai sanitari sono complessivamente in preoccupante aumento, si rileva un incremento del 119% di infermieri che hanno segnalato un peggioramento della violenza sul posto di lavoro tra marzo 2021 e marzo 2022.

In America si stanno registrando sparatorie persino negli ospedali. In risposta a questi fatti di violenza e alle continue minacce, molte strutture sanitarie hanno provveduto ad installare meta-detector all'ingresso e vetri rallenta-proiettili, procedono a perquisizioni di borse e hanno assunto agenti di sicurezza con pistole stordenti.

Alcuni dipendenti ospedalieri rimangono tuttavia scettici sul fatto che queste misure di sicurezza rafforzate verranno mantenute in modo permanente a fronte dei costi che comportano.

Secondo l'Istituto nazionale per la sicurezza e la salute sul lavoro (NIOSH), l'agenzia federale che svolge ricerche ed offre raccomandazioni in materia di sicurezza sul lavoro, esistono quattro tipologie di violenza sul posto di lavoro.

Gli autori dell'articolo sottolineano che gli attacchi agli operatori sanitari solitamente rientrano nelle prime due categorie in quanto gli aggressori sono spesso individui senza alcun rapporto con l'ospedale oppure sono pazienti o familiari che diventano violenti mentre ricevono servizi sanitari.

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