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Case di Comunità, arrivano le linee di indirizzo di Agenas

di Redazione

Per l’attuazione del modello organizzativo delle Case della Comunità (CdC) Hub previste dal Pnrr e tracciate nel DM 77/2022, Agenas ha pubblicato le Linee di indirizzo con le quali mira a definire un nuovo modello organizzativo per la rete di assistenza sanitaria territoriale, stabilendo standard uniformi su tutto il territorio nazionale. Il documento è stato redatto da un Gruppo di Lavoro multidisciplinare e multiprofessionale istituito e coordinato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali - Uosd Sanità Digitale e Telemedicina - e sottoscritto da Agenas, Fnomceo, Fnopi, Fnofi, Fimmg, Snami, Smi, Sumai Assoprof, Cnoas, Comunità di Sant’Egidio.

Dovrà essere garantita la presenza infermieristica h24, 7 giorni su 7

infermiera di comunità

Nuove linee di indirizzo di Agenas sulle Case di Comunità.

Le Case di Comunità sono luoghi fisici e di prossimità che dovranno garantire la presenza di personale medico ed infermieristico su un orario di assistenza sociosanitaria primaria articolato nell'arco delle 24 ore giornaliere.

Svolgeranno funzioni di primo e secondo livello, definendo percorsi mirati di prevenzione e cura, per fornire sul territorio ai cittadini, soprattutto agli over 75, una prima risposta coordinata a bisogni di salute di minore criticità e bassa complessità, dopo averli rilevati e valutati tempestivamente.

Vi saranno erogate prestazioni di qualità in quanto disporranno di adeguate competenze cliniche e strumentali. Le équipe multiprofessionali, che garantiranno la continuità assistenziale, saranno composte da Medici del ruolo unico di assistenza primaria (PLS), da Specialisti Ambulatoriali Interni (SAI) e dipendenti, Infermieri di Famiglia o Comunità (IfoC), da Assistenti Sociali ed altri professionisti sanitari (psicologi, biologi, ostetriche) anche dell'area della Prevenzione e della Riabilitazione e dell'area Tecnica.

È quanto stabilito dalle linee di indirizzo di Agenas, l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari regionali, elaborate per l'attuazione del modello organizzativo previsto dal Pnrr. Le linee di indirizzo contenute nel documento consentiranno di realizzare un nuovo modello di intervento integrato e multidisciplinare, ridefinendo l'assistenza sanitaria territoriale e uniformando gli standard assistenziali su tutto il territorio nazionale.

Secondo i requisiti fissati dal Dm 77/2022, ogni CdC hub avrà un bacino di utenza massimo pari a 50 mila abitanti e dovrà garantire un contingente minimo per ogni profilo professionale. Tenendo conto delle caratteristiche demografiche del territorio, sorgeranno anche le CdC spoke, aperte sei giorni su sette e collegate al proprio hub di riferimento, allo scopo di favorire la massima capillarità dei servizi e la maggiore equità di accesso.

Le attività garantite dalla CdC hub comprendono anche supporto amministrativo ed assistenza domiciliare. Saranno un punto prelievi e un centro di diagnostica di base e di prenotazioni collegati al Cup aziendale. Potranno altresì ospitare studi medici associati della medicina generale.

Tenendo conto che a seconda del volume di attività potrebbe essere necessario una presenza maggiore, al fine di assicurare l'assistenza infermieristica stabilita, ogni CdC dovrà essere dotata di 7-11 Infermieri di Famiglia o di Comunità, tra cui:

  • 1 Coordinatore
  • 2-3 IFoC per le attività ambulatoriali legate alla gestione delle patologie croniche ad elevata prevalenza anche attraverso l'utilizzo di strumenti digitali, di telemedicina e teleassistenza
  • 3-5 IFoC per le attività di Triage, di valutazione dei bisogni di salute, di accessibilità ed orientamento ai servizi e alla rete di Welfare
  • 1-2 IFoC per l'assistenza domiciliare di base, in presenza e da remoto, facilitando nelle situazioni assistenziali a medio-alta complessità l'attivazione della rete territoriale e dell'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)

Le linee di indirizzo stabiliscono infine che la formazione dovrà essere garantita a tutti i professionisti coinvolti nelle CdC attraverso eventi formativi accreditati, locali e nazionali, allo scopo di rendere il più uniforme possibile il modello organizzativo su tutto il territorio nazionale, pur considerando le diversità geografiche ed organizzative delle varie realtà sanitarie.

In termini di innovazione tecnologica, si dispone che tale formazione dovrà tenere conto anche dell'evoluzione del contesto epidemiologico e normativo di riferimento.

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