Otto le persone denunciate: appresa la morte di una loro famigliare ricoverata, hanno fatto irruzione nel reparto di medicina d’urgenza dell’ospedale, insultando, minacciando e spintonando infermieri e medici. Il presidente dell’Ordine dei medici di Napoli, Bruno Zuccarelli: Riviviamo un déjà vu
.
Donna muore al Cardarelli, i parenti aggrediscono medici e infermieri
È possibile oggi accettare un destino amaro oppure, molto più frequentemente, un parere medico senza andare in escandescenze all’interno di un ospedale, insultando, minacciando e spintonando i medici responsabili – nonché gli infermieri – “colpevoli” di non aver fatto abbastanza per salvare la vita di un congiunto? Evidentemente (ancora) no, e quanto avvenuto all’ospedale Cardarelli di Napoli ne è l’ennesima dimostrazione.
Qui, infatti, sono dovuti intervenire i carabinieri, denunciando otto persone protagoniste di un vero e proprio raid contro gli operatori sanitari, il cui unico “torto” è stato quello di comunicare al telefono una notizia che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire: Non ce l’ha fatta
. Il riferimento è a una donna di 69 anni, ricoverata in gravi condizioni presso il reparto di medicina d’urgenza.
Purtroppo però nella notte tra sabato e domenica, considerato il quadro compromesso, il cuore della paziente ha cessato di battere. Così, dopo che il personale medico ne ha constatato il decesso, dall’ospedale è partita la telefonata ai famigliari (che nel frattempo, dopo l’attesa, erano di ritorno a casa) per comunicare l’avvenuta morte della donna. Appresa la notizia, i famigliari hanno fatto subito ritorno all’ospedale, eluso i controlli delle guardie giurate all’ingresso e raggiunto il quarto piano dell’edifico.
Trovandosi di fronte medici e infermieri, non hanno esitato ad insultarli, minacciarli e spintonarli; in particolare, uno degli esagitati si è accanito contro i macchinari, delicati e dalle funzioni importantissime – dal respiratore al defibrillatore al monitor multiparametrico – presenti in sala. Soprattutto, ha distrutto il monitor di un macchinario per l’Ecg.
Sentendo le grida sono sopraggiunte le guardie giurate e, poco dopo, nel reparto di medicina d’urgenza i carabinieri, riuscendo a riportare l’ordine. Non prima, però, di avere identificato e denunciato per interruzione di pubblico servizio, minacce e danneggiamenti gli otto famigliari della vittima.
Solidarietà agli operatori sanitari del “Cardarelli” è stata espressa dal presidente dell’Ordine dei medici di Napoli, Bruno Zuccarelli: Ci ritroviamo a vivere il déjà vu della distruzione di un reparto ospedaliero. Chiediamo il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale ai medici servizio
.
Su quanto accaduto è intervenuto anche il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli: Si tratta dell’ennesimo, gravissimo, episodio di aggressione al personale sanitario e devastazione delle strutture pubbliche. Ora basta, le istituzioni non possono più restare inermi. Chiedo pene severissime. Occorre una risposta forte e decisa, iniziando dal ripristino delle stazioni di polizia all’interno dei pronto soccorso, il primo vero ed efficace deterrente contro atti di questo tipo
.
Parole, queste, che riflettono quelle pronunciate da Manuel Ruggiero, presidente dell’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”: Con amarezza dobbiamo riconoscere che il Covid non ha insegnato nulla. L’odio e le aggressioni nei confronti di cura le persone sono in aumento, ma i nemici non siamo noi
.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?