Il segretario provinciale della Fials Bologna Alfredo Sepe è stato condannato per diffamazione aggravata nei confronti di Marco Baldo, infermiere e, all'epoca dei fatti (2016), funzionario CGIL Fp Bologna. Oggetto del reato, un post Facebook contraffatto che, comparso sul profilo dello stesso Sepe e sulla pagina Fials Emilia-Romagna, offendeva la reputazione di Baldo, dandogli del razzista
che umilia e offende noi del Sud
. Sepe, rimasto assente al processo, dovrà pagare 1.500 euro di multa e oltre 3 mila euro di risarcimento del danno, oltre al pagamento delle spese legali e processuali.
Post Facebook falso e diffamatorio, Sepe condannato in I° grado
È lo stesso Marco Baldo, con un post (scritto di suo pugno, questo sì) sul proprio profilo Facebook (questa volta quello vero), a riportare l'epilogo di una vicenda iniziata nel 2016, quando era funzionario CGIL Fp Bologna con delega a seguire l'intero comparto sanità del territorio bolognese. Epilogo che vede condannato per diffamazione aggravata nei suoi confronti Alfredo Sepe, segretario provinciale Fials Bologna (sentenza 2029/20).
GIUSTIZIA E VERITÀ È FATTA!
A) 11/10/2016: sul profilo Facebook di Sepe Alfredo e dell'organizzazione sindacale FIALS Emilia Romagna viene pubblicato questo post: "Il razzista Marco Baldo CGIL Fp Bologna Umilia e Offende Noi del Sud. Leggete. Terroni Tornate a casa: I terroni della FIALS continuano a rosicare insieme ai loro iscritti ed ha chi ha il coraggio di votarlo. Un Sindacato di Terroni e Rosiconi. #TornateAcasaVostra".
B) Tribunale di Bologna, Sentenza 2029/20 del 20/7/2020 (depositata il 14/9/2020): "Sepe Alfredo COLPEVOLE del reato a lui ascritto...." ovvero diffamazione aggravata.
GAME OVER!!!!!
La diatriba era nata l'11 ottobre 2016, quando sul profilo Facebook di Sepe e, poco dopo, sulla pagina Fials Emilia-Romagna, era comparso lo screenshot di quello che sembrava un post pubblicato da Baldo, nel quale il funzionario CGIL Fp apostrofava i sindacalisti e gli iscritti FIALS come terroni
. A corredo dello screenshot, il commento di Sepe che dava del razzista
a Baldo. Una condivisione che ha subito inondato cellulare e profilo Facebook di Baldo di richieste di spiegazioni e, ancora più, di commenti offensivi e minacciosi.
Nonostante l'immediata presa di distanze dal post del quale Baldo ha negato fermamente la paternità, perché frutto di una evidente contraffazione - nell'immagine era riportata la sua fotografia del profilo, ma il suo nome era scritto in maniera difforme (Marco Baldo Fp-CGIL Bologna) rispetto alla pagina originale (Marco Baldo Fp-Cgil Bologna) - la vicenda ebbe enorme risonanza mediatica, sia sui social network che sui quotidiani locali tanto che il clima nel settore sanitario era divenuto particolarmente pesante.
Costituitosi parte civile, Baldo ha visto accogliere le sue istanze dal Tribunale di Bologna, che ha giudicato come sia incontrovertibile che le frasi riportate sono evidentemente state scritte con la coscienza e la volontà di ledere l'onore, il prestigio ed il decoro della persona offesa e del sindacato dallo stesso rappresentato; analogamente pacifica è la natura offensiva e diffamatoria delle frasi riportate
. Il reato, dunque, è quello di diffamazione, con la circostanza aggravante di cui all'art. 595 comma 3 del codice penale
, ovvero la divulgazione di notizie offensive dell'altrui reputazione su siti internet e social media.
La sentenza di condanna arrivata il 20 luglio 2020 (e depositata il 14 settembre 2020) prevede 1.500 euro di multa più 3.420,00 euro quale risarcimento del danno a Baldo - difeso dal legale Gian Andrea Ronchi del foro di Bologna, sostituito dall'avv.ssa Giorgia Galli del medesimo foro - e al pagamento delle spese legali e processuali.
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