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Aggressioni ai danni dei sanitari si susseguono senza sosta

di Redazione

Psicologica, verbale o fisica. Troppo spesso, fisica. Da nord a sud, uomini o donne, giovani o meno giovani. In ogni caso negli ospedali italiani – ancor di più con l’avanzare della stagione estiva - non si scappa. Dalle aggressioni per infermieri, medici e altri operatori della sanità pare non esserci scampo. È un quadro sempre più allarmante quello che si delinea in particolar modo nei Pronto soccorso, come accaduto nella settimana di Ferragosto.

La violenza ai danni di infermieri e medici è ormai endemica

aggressione sanitario

Nei Pronto soccorso italiani le aggressioni sono endemiche.

La violenza contro gli operatori sanitari è di fatto diventata endemica. Così il presidente nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, commentando gli ultimi episodi violenti commessi da pazienti e familiari sul personale sanitario che si sono verificati in tutta Italia, da Nord a Sud.

In quattro giorni, nel periodo di Ferragosto, si sono consumate ben sei aggressioni nei Pronto soccorso dove da tempo si registra un allarme sicurezza. Ad essere colpiti stavolta sono stati infermieri e medici di Castellamare di Stabia, in provincia di Napoli, di Viareggio (Lucca), di Galatina (Lecce), di Monfalcone (Trieste), di Foggia e di Crotone.

I casi di violenza si susseguono senza sosta ed il personale aggredito, a tal punto da far ricorso alle cure, è sempre più esasperato. Niente arresta questo vortice, nonostante l'inasprimento delle pene, la qualifica di pubblico ufficiale per i sanitari, i controlli e i posti di polizia - osserva il segretario nazionale del sindacato Anaao-Assomed, Pierino De Silverio -. Chiediamo maggiore sicurezza. Oppure andiamo tutti via, ammonisce.

I fatti sono sempre più gravi ed intollerabili, scatenati da irragionevoli motivi, da pretese senza giustificazione o dall'attesa. A Castellamare, la sera di Ferragosto, un uomo di 62 anni ha sfasciato con una mazza da baseball le porte dei locali del Pronto soccorso, dopo aver colpito la scrivania del medico di turno che stava visitando sua figlia affetta da una sospetta bronchite.

Nel tentativo di fermare la sua furia sono intervenuti dieci infermieri, un medico ed una guardia giurata che, cercando di disarmarlo, ha riportato una distorsione ad un dito di una mano. Tutti hanno lamentato ansia e forte stato di agitazione dopo l'episodio di cui sono stati vittima.

A Viareggio, il 15 agosto, un autista del 118 è stato aggredito durante un soccorso da un giovane straniero che chiedeva aiuto per un suo amico: si è preso un pugno in faccia soltanto per avergli suggerito di chiamare il 112 in quanto non si trattava di un problema di salute.

A Galatina, il 16 agosto, è stato invece un infermiere ad essere picchiato con calci e pugni, colpito anche al volto, da un accompagnatore di una paziente che avrebbe minacciato altresì un medico che provava a calmarlo.

Sabato 17 agosto al Pronto soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia un infermiere di triage è stato schiaffeggiato da un utente che voleva saltare la fila. Per le lesioni cagionate, l'aggressore è stato denunciato.

A Monfalcone, tra sabato e domenica 18 agosto, un familiare, forse sotto l'effetto di stupefacenti, ha divelto a calci una porta e minacciato gli operatori sanitari soltanto perché voleva vedere la sua compagna che era stata ricoverata a causa di ferite da arma da taglio, riportate durante un litigio. L'uomo è stato posto agli arresti domiciliari.

Infine, domenica sera due medici e due infermiere in servizio presso il Pronto soccorso dell'ospedale di Crotone sono state ferite da una donna che le ha prese a pugni e a calci. Una delle due infermiere ha riportato una ferita al labbro, l'altra una frattura di un dito. Mentre una dei due medici ha subito un forte shock, l'altra ha avuto la peggio con una distorsione e una ingessatura del polso. La donna pretendeva che il suo familiare venisse visitato immediatamente nonostante non avesse un codice di gravità prioritario. Per le gravi lesioni cagionate e per interruzione di pubblico servizio, è stata condotta in questura e denunciata a piede libero.

Chiediamo più presidi di sicurezza nei pronto soccorso e negli ospedali, ribadisce Anelli, pur apprezzando che il Governo abbia fatto molto sinora, impegnandosi a mettere la sicurezza del personale sanitario tra le sue maggiori priorità. È evidente che occorre uno sforzo in più, riconosce il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

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