VENEZIA. Dopo gli infermieri-facchini, gli infermieri-fai-da-te e i falsi infermieri ora arrivano anche gli infermieri-robot. Accade in Veneto dove una recente delibera della Giunta Regionale, capitanata dal leghista Luca Zaia, ha stabilito categoricamente la tempistica da utilizzare per l'assistenza infermieristica nelle strutture pubbliche. Tempi precisi che cambiano di reparto in reparto e che, secondo i fautori della normativa, dovrebbero aiutare a migliorare le cure e a far risparmiare denaro alla collettività. Questo almeno quello che riferisce lo stesso Zaia ai giornali.
Dietro la proposta, che dovrà ora essere vagliata dalla Commissione Sanità del Veneto, qualcuno prefigura la scure delle minacce di licenziamento per tutti gli operatori sanitari che non si atterranno scrupolosamente alla possibile nuova Legge.
Una "rivoluzione civile" a sentir parlare i leghisti della prima ora, un vero e proprio salto indietro nel "medioevo dell'assistenza" per gli infermieri veneti e italiani, che tra non molto potrebbero trovarsi di fronte ad un vero e proprio "piano di lavoro cronometrato".
Esempi? Un paziente ricoverato nel reparto di malattie infettive avrà a sua disposizione ben 230 minuti di cure, mentre uno ospite in medicina interna ne avrà 185; i minuti salgono vertiginosamente se si passa ai pazienti ricoverati in rianimazione, che potranno godere di ben 700 minuti al giorno.
Sembra una trovata pubblicitaria, ma è la pura verità.
E che fine hanno fatto l'assistenza personalizzata e la diversificazione delle cure? Tutto superato, da oggi un malato dovrà guarire entro i tempi prescritti e una medicazione, ad esempio, dovrà migliorare velocemente, pena il possibile ritorno a casa non tanto del paziente quanto dell'infermiere reo di non aver saputo fare il suo lavoro... in tempo!
Roba da matti...
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?