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Andreula. Lettera aperta alla Senatrice Sara Paglini sul caso Silvestro

di Redazione

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Illustre Senatrice della Repubblica,

in data 9 gennaio ’14 è apparso, ed è tutt’oggi in evidenza, sul suo profilo Facebook (Sara Paglini Politico cittadina portavoce del movimento 5 Stelle) un post che in copia si allega, con cui sostanzialmente accusa la Senatrice Annalisa Silvestro di aver votato al posto del Senatore Ugo Sposetti.

La sua pubblicazione di accusa nei confronti della Senatrice Annalisa Silvestro è stata ripresa e condivisa da numerosissimi utenti di facebook con commenti inqualificabili di censura, riferiti in particolare al ruolo istituzionale della senatrice Silvestro Annalisa nella sua qualità di Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI (Ente di diritto pubblico rappresentativo della professione infermieristica) di cui lo scrivente Collegio Provinciale fa parte.

 

Tra gli aspetti più beceri e maggiormente vituperati dal sentire comune, ripreso ed espresso in mille varianti dagli utenti facebook che hanno condiviso la sua pubblicazione - Senatrice Sara Paglini - vi è certamente da menzionare l’ironia attribuita ai cosiddetti “pianisti” i quali esprimono in senso compiuto l’antinomia dell’etica del quotidiano e nel caso ancor più specifico e greve della persona – politico – amministratore che si scinde, dotandosi di quattro mani, a guisa di Dea Kalì ed elargisce Motu proprio la preferenza che dovrebbe essere altrui.

 

Da ciò discende una forzata ma evidente considerazione riguardo alla deontologia infermieristica. L’art. 44 del Codice Deontologico 2009, allo stato in vigore, afferma “ … L’infermiere tutela il decoro professionale e il proprio nome e salvaguarda il prestigio della professione…”.

 

Ebbene, la situazione da Lei descritta – Senatrice Sara Paglini - mina fortemente l’idea che ci si possa fare di un professionista impegnato in un duplice mandato, quello della rappresentanza professionale e quello ricevuto dal Popolo Italiano. In siffatta maniera, è consistente la forte deroga da un dettame sacrosanto e irrinunciabile quale l’articolato del codice deontologico e si sminuisce il senso dell’idea di correttezza e verità che sono tra i principi cardine ai quali è ispirato il predetto documento.

 

Nel web, rispetto all’argomento in esame, molti osservano, dando per scontato che la Senatrice Silvestro si sia resa responsabile del gesto che “se è vero che la deontologia è rappresentabile come un insieme di regole tradizionali che indicano come i membri di un determinato corpus sociale debbano comportarsi, è pur vero che è impensabile ritenere che la regola sia valida a guisa di vestito quando un componente di quel gruppo indossa la divisa o esercita la funzione”. Sacerdos in aeternum verrebbe da parafrasare, pur nel rispetto dovuto all’abito.

 

L’infermiere, così come ogni altro professionista, sin dal giorno della abilitazione all’esercizio della professione, acquisisce, come tratto distintivo del sé, l’adesione a una regola comportamentale che non può essere identificata o riscontrata nell’attività di “pianista istituzionale”.

 

Inimmaginabile pensare che il massimo rappresentante istituzionale possa violare in siffatta maniera il dettato deontologico inficiando l’idea del “candore istituzionale”. Peraltro, l’etica, che non è materia astratta, e questa è l’ennesima preziosa occasione per dimostrarlo, vive di gesti e di atti concreti, da parte delle persone che in ogni singolo momento fanno di virtù la loro opera.

 

E’ proprio nel gesto che Lei insinua essere ascrivibile alla responsabilità della Presidente IPASVI Annalisa Silvestro che si concreterebbe l’idea di dis-valore etico, certamente non proprio assumibile a mo’ di esempio per i giovani professionisti e per i cittadini che usufruiscono delle prestazioni sanitarie degli infermieri. L’etica, la morale, la loro declinazione nella deontologia professionale, sono discipline che mal si prestano ad essere esclusivamente frutto della riflessione personale e tali da restar cinte nella nicchia della coscienza personale.

 

I mille tasselli derivanti dalle esperienze giornaliere, dal confronto con gli altri, portano a comporre quel difficile mosaico da assemblare, che è l’etica pubblica, situazione dalla quale mai è possibile svincolarsi perché il suo mancato riconoscimento porterebbe a dubitare della riflessione e delle azioni private che, seppur sottoposte al più feroce dei Catoni, il proprio tribunale interiore, dal quale mai si riesce a sfuggire, hanno, come nel caso di specie, un chiaro riflesso sull’attività istituzionale.

 

La Senatrice Silvestro Annalisa fa sapere dal suo profilo Facebook di essere totalmente estranea alle accuse che Lei – Senatrice Sara Paglini - le rivolge, ed è opinione diffusa che la senatrice Silvestro produrrà inevitabilmente un atto di diffida nei suoi confronti per la rimozione del Post di accusa in oggetto specificato.

 

Ad ogni buon fine, per le ragioni che ho esposto nella presente nota, La invitiamo a rimuovere il suo post e a chiedere scusa alla Senatrice Silvestro e agli Infermieri Italiani. Diversamente, le scuse (e non solo) competerebbero ad altri, nel rispetto del popolo italiano e degli Infermieri.

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