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Andreula: gli infermieri meritano molto di più

di Saverio Andreula

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BARI. In una Famiglia costituita da 450.000 professionisti è possibile riscontrare la presenza di qualcuno che, impropriamente, utilizza linguaggi e immagini di cattivo gusto e offensive. Può essere parte del  background di ognuno di noi.

Nella nostra vita privata e nelle forme di rappresentazione della stessa, i momenti di tensione emotiva possono indurci  a  variegate forma di espressività di cui ognuno risponde nella sua qualità di privato cittadino.

 

La cosa cambia, e di molto, se questo qualcuno è un Presidente di Collegio IPASVI e riporta, nella rappresentanza istituzionale, attraverso l’uso di strumenti formali, comunicazioni di “dubbia legittimità”.

 

È certamente corretto il richiamo ai risultati del '94, nella nota in epigrafe a firma del Collega Lebiu, conseguenza diretta di una grande compattezza professionale e di un grande lavoro della rappresentanza professionale di quel tempo, sulla politica e sulle Istituzioni, che recepirono le istanze degli Infermieri;  anche se la realtà si presta a letture di segno e valore diverso.

 

Il riferimento  a coloro che vengono definiti “i detrattori e i disfattisti del 2014”  appare distorto e fuorviante per diverse ragioni.

 

Il confronto e il dibattito (serio, civile, costruttivo, professionale e partecipato) viene da tutti ritenuto come  “momento fondamentale per la crescita e lo sviluppo della disciplina e degli infermieri”.

 

L'individuazione di cinque argomentazioni “core”, tra le tante che riguardano e coinvolgono gli Infermieri, e l'organizzazione di un confronto e di un dibattito sulle questioni poste, magari nella splendida terra della Sardegna, probabilmente sarebbe stata una grande cosa, utile anche a fare “sistema”.

 

L'immagine proposta dal “creativo” Presidente Lebiu, nella nota in allegato, con il dito medio delle mani di più persone rivolto verso l'alto, non ci appare come una “rappresentazione plastica per i detrattori ed i disfattisti del 2014”  (che forse sono coloro che cercano un confronto e un dibattito – che non c'è – sui problemi veri che riguardano gli infermieri e l'infermieristica).

 

Quell'immagine è un'offesa per i circa 450.000 infermieri che, ai diversi ruoli e livelli di responsabilità, ogni giorno si prendono cura dei problemi di salute delle persone, quasi sempre in situazioni di gravi sofferenze di dotazioni organiche.

 

L’immagine è una grave offesa:

− per tutti coloro che giornalmente vengono “vessati” dai troppi che impediscono la crescita personale e professionale degli Infermieri;

− per gli Infermieri disoccupati (o inoccupati) che continuano a sperare che qualcuno proponga e/o sviluppi un progetto diverso, o meglio ancora, che attivi una linea politica per decisioni “coraggiose”, con chiaro riferimento ai dati OCSE che evidenziano appieno gli esuberi per alcune famiglie professionali (medici + 60.000) e le carenze per la famiglia professionale degli infermieri (-90.000), anche con una corretta e completa informazione ai cittadini sulle reali motivazioni di una diminuzione dei livelli di risposta ai bisogni di salute delle persone e ai possibili conseguenti rischi;

− per tutti coloro che credono in un cambiamento e che sono disposti a impegnarsi per qualcosa di diverso, esattamente come avvenne vent'anni fa.

 

Può capitare che in alcuni momenti di tensione “la parte gastrica” prevalga su “quella neuronale”.  Non può e non deve capitare a chi rappresenta gli Infermieri e fa parte del “Governo” del sistema professionale.

 

Chi si è assunto la responsabilità di trasmettere quell'immagine credo sia opportuno che valuti la possibilità di fare “un passo indietro” e di chiedere scusa agli Infermieri e ai cittadini che, dagli stessi Infermieri, si attendono risposte diverse.

 

Forse, sarebbe opportuna anche un'ulteriore riflessione sull'opportunità (o meno) di continuare a rappresentare (forse indegnamente, stante i fatti) una parte della famiglia professionale.

 

E forse sarebbe anche opportuno che i massimi livelli della rappresentatività professionale, attraverso una serena comparazione tra le azioni  evidenziate e i contenuti del Codice Deontologico, valutassero la possibilità e/o la necessità di un diverso posizionamento.

 

Gli Infermieri italiani meritano certamente altro!

 


IPASVI_CI_-_14_settembre_1994_1.pdf
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