GENOVA. Era uscito da un bar di via Canevari per controllare il livello del Bisagno quando è stato travolto dalla piena. È morto così l’infermiere di 57 anni ucciso dall’alluvione la notte tra il 9 e il 10 ottobre a Genova.
Morto sul colpo, Antonio Campanella, conosciuto da tutti come Aldo, infermiere all'ospedale San Martino in pensione da quattro anni. Ha salutato il barista dicendo: "Vado un po' a vedere il Bisagno, chissà se è in piena". Sono stato le sue ultime parole poiché lungo il marciapiede che porta a Borgo Incrociati è stato travolto e ucciso dalla piena del torrente. Voleva raggiungere alcuni amici ma il suo corpo è stato trascinato per metri dalla furia delle acque del torrente fino a finire contro il palo di una fermata del bus.
I primi soccorsi, arrivati subito dopo la piena, hanno capito che non c'era più nulla da fare per lui. Abitava proprio in un abitazione che costeggia il Bisagno, è cresciuto lungo gli argini di quel fiume.
Lo descrivono come un infermiere dal carattere gentile e disponibile, preparato e competente. Viveva solo, senza moglie e figlia, la madre scomparsa da qualche anno rappresentava la sua famiglia e il suo mondo. Qualcosa era cambiato in lui negli ultimi tempi, ma restava sempre un uomo di coraggio.
Che fosse una persona gentile lo hanno confermato anche i colleghi di lavoro dell'ospedale San Martino. "Aveva un carattere introverso - spiegano - ma era sempre disponibile e pronto ad aiutare il prossimo". Tanti anni d'esperienza prestati al Monoblocco poi, prima di andare in pensione, era passato al pronto soccorso.
Genova lo ricorda così. Il Bisagno l'ha aspettato dietro l'angolo del suo bar preferito.
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