Pensieri e riflessioni della redazione per il giorno in cui si celebra l'infermiere, il 12 Maggio nella Giornata Internazionale dell'Infermiere.
Quello di diventare Infermiere era un vecchio sogno per me. All'età di 36 anni ho deciso di fare la scelta che avrei voluto fare fin da adolescente e questa volta da laureato.
La sfida era immane, anche perché in Puglia avevo in piedi alcune attività (presidente di Cooperativa, gestione di un locale privato e giornalista per varie testate a tiratura locale e nazionale).
l primo obiettivo? Superare i test d'ingresso per l'Università. Superati. Il secondo? Laurearmi in tre anni. Superato anche questo.
Perché ho sempre sognato di fare l'Infermiere? Per la mia predilezione a stare sempre al contatto con la gente e di aiutare chi ha bisogno. A dirla tutta, se prima era una sfida contro me stesso, oggi è una vera passione, che mi ha portato, mi porta e mi porterà a scoprire nuove dimensioni dell'umano.
Angelo Riky Del Vecchio
Se puoi portare una speciale comprensione a tutti quelli a cui hai dedicato le tue cure e incontrare i loro bisogni, non importa quanta pazienza ed energia ti resteranno;
e puoi mettere in ogni compito la tua completa devozione e provi sempre ad ascoltare e a sostenere;
se puoi imparare a comprendere l'emozione e confortare gli altri solo standogli accanto;
se tu sei ansioso di affrontare nuove sfide ogni giorno;
se tieni stretta la tua fede e la tua devozione nonostante incontri delusione sulla tua strada;
se tu mantieni l’orgoglio di mettere nella tua professione le più brillanti doti e talenti che possiedi allora tutti i tuoi sogni e i tuoi obiettivi troveranno espressione e come infermiere, tu sarai un grande successo!
Rosario Scotto di Vetta
Quando superai i test d’ammissione in Infermieristica non mi resi subito conto di quanto fosse importante quella scelta, una scelta che è maturata negli anni e si è trasformata in una vera e propria passione..
..frutto di conoscenza, abilità e giudizio critico che provo ad applicare ogni giorno nella mia pratica lavorativa, fatta di volti nuovi, spesso desiderosi di conforto, di persone che spesso su quelle barelle o letti di corsia ti osservano cercando sorrisi e risposte.
Questa professione include molteplici aspetti fondamentali: la promozione della salute, la prevenzione della malattia e l’assistenza ai malati, la promozione di un ambiente sicuro, la ricerca, la formazione, il management dei servizi e dei sistemi sanitari.
Essere infermiere per me significa mettersi in gioco cercando di approfondire tutte queste sfumature..che in sé costituiscono la più bella delle arti.
Domenica Servidio
Infermiera non per missione o per vocazione, infermiera per amore di un ricordo di una persona persa, perché avrei voluto che avesse incontrato infermieri competenti anche solo per strapparle un sorriso, infermiera per amore,ma non solo per gli altri (non è vocazione) ma per quello che gli altri riescono a darmi anche in un momento di sofferenza ( precisiamo non tutti).
Infermiera perchè amo le sfide: quale altro lavoro è così difficile e complicato? Una delle professione più bella e dannata per la sua stessa storia, per la sua stessa realtà e ahimè per i suoi stessi professionisti. Infermiera per il famoso sapere, saper essere e saper fare,che non si finisce mai d'imparare....infermiera perchè il cambiamento dipenderà anche da me.
E per citare la madre di noi infermieri "L'assistenza è un'arte; e se deve essere realizzata come un'arte, richiede una devozione totale ed una dura preparazione, come per qualunque opera di pittore o scultore; con la differenza che non si ha a che fare con una tela o un gelido marmo, ma con il corpo umano il tempio dello spirito di Dio. È una delle Belle Arti. Anzi, la più bella delle Arti Belle." (Florence Nightingale).
Mimma Sternativo
"L’infermiere perfetto non ha paura di esprimere la propria umanità e aiuta l’ammalato a non perderla, qualunque sia la sua condizione."
"La motivazione per cui ho scelto di FARE l’infermiera è molto semplice: perché in cuor mio sentivo di ESSERLO!"
Mara Spagnuolo
Maledettamente Infermiere, questa la frase che continuamente mi ripeto. Si, perchè per una sorta di combinazioni lunari, quando proprio non ci pensavo più è maturata la decisione di iniziare il percorso di studi. La realizzazione di un sogno, che continua, Vi prego non svegliatemi.
Era il 2003: Agli infermieri non importa la tua razza, il tuo credo, il tuo sesso. L’importante è assisterti. Chiunque e ovunque tu sia.
Ferdinando Iacuaniello
L'assistenza è un'arte; e se deve essere realizzata come un'arte, richiede una devozione totale ed una dura preparazione, come per qualunque opera di pittore o scultore; con la differenza che non si ha a che fare con una tela o un gelido marmo......
......È una delle Belle Arti. Anzi, la più bella delle Arti Belle. (F.N)
Marco Alaimo
Da bambina mi piaceva giocare al gioco del medico, dell'infermiere e del paziente. Siringhe, aghi e bende erano affascinanti per me, non ne avevo paura. Attraverso il gioco intendevo già fare qualcosa che aiutava la gente a star meglio.
Quando ero malata e quando mia mamma e papa’ mi portavano dal dottore che mi rassicurava sul fatto che presto sarei guarita. Mi ricordo che ci accoglieva una persona gentile che mi portava dal dottore. Sentivo il bisogno per capire chi era questa persona. Era un’ infermiera e già allora decisi cosa avrei voluto fare da grande.
Durante questo periodo il mio nonno mi raccontava del suo ruolo nella Seconda Guerra Mondiale. Era un infermiere. La sua è una storia dura, considerando che curò molti malati e feriti. Ma il fatto che con la sua conoscenza e competenza ha reso possibile il ritorno dei soldati dalle loro famiglie, rimuoveva tutti i pensieri brutti.
In breve, questa e’ una piccola parte della lunga strada che mi ha portato ad essere un'infermiera.
Milica Petrovic
Perchè sono un'infermiere? Non lo so. Nessuna vocazione, niente del genere. Sono fatalista e dico che era destino. Sono INFERMIERE, punto.
Amo curare e confortare chi sta male, provo ad essere distaccato quando una persona passa a miglior vita. E' una sorta di difesa o si rischia di rimanere rinchiusi in un vortice da cui non se ne esce più.
Sono severo con me stesso, ben sapendo che c'è chi è molto più bravo e preparato di me. Anche se poi penso che non sempre i titoli danno il diritto di sentirsi un'infermiere migliore.
Indossare la divisa e sentirmela mia. Fa parte di me. E' dentro me. Come quel giocatore che la indossa e non cambia più squadra. Come la coperta di linus. Io la divisa e me stesso. Sperando di fare sempre le cose giuste e migliori, perchè curiamo la vita, e un giorno nel bene o nel male risponderemo a qualcuno del nostro operato.
Gianluca Auriemma
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