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1° maggio: festa dei lavoratori anche per gli infermieri precari e disoccupati?

di Carlo Leardi

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MATERA. Festa di quali lavoratori? Di certo non di quelli che ogni giorno sperano nella risposta a quel curriculum inviato mesi (o forse anni?) or sono; di quelli che ogni mattina guardano nella cassetta delle poste sperando ti trovarvi quel "telegramma"; di quelli che tra qualche giorno saranno licenziati; di quelli che ormai un lavoro neppure lo cercano più; di quelli che ormai non fanno più notizia, neppure quando, in preda alla depressione rinunciano al Dono più grande: la propria vita.

 

O forse dovrebbe festeggiare chi ha "la fortuna" di lavorare con un contratto (contratto, che parolone...) da precario, un Co. Co. Co o ancora un Co. Co. Pro, i cui nomi rimandano più ad un suono onomatopeico piuttosto che a qualcosa che dovrebbe disciplinare un rapporto di lavoro?

 

O probabilmente a festeggiare dovrebbe essere chi un contratto neppure ce l'ha, o chi si è dovuto "reinventare" un lavoro, per usare un eufemismo dei nostri giorni?

 

"Panem et circenses" solevano dire i Latini. Oggi in parecchie città ci saranno concerti, il più famoso ed affollato dei quali si terrà come di consueto a Roma. In ogni città assisteremo a parate di personaggi politici e di sindacalisti, di ogni schieramento e di ogni sigla. Per l'ennesima volta si assisterà ad una "sfilata di retorica", in tipico stile politichese, intrisa di promesse che sanno ormai di fumo negli occhi lontano migliaia di miglia.

 

Cari rappresentanti della società civile e del mondo sindacale, attenendovi al proverbio latino su citato, avrete ottemperato anche oggi al fornire al Popolo i "Circenses": come la mettiamo per il "Panem"?

 

.......Buon 1° Maggio a chi a differenza mia e di troppi altri, qualcosa da festeggiare ce l'ha.

Infermiere

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