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Messaggioda Lilli.gaspari 08 ago 2017 10:36

Mi scuso se l'argomento sarà un po' un offtopic ma penso che io non possa trovare risposte migliori se non in questo forum. Sono una studentessa di medicina ripetente al terzo anno (devo ancora dare molti esami del secondo anno). Ho vissuto il primo anno di università con molto entusiasmo probabilmente in parte dovuto al mondo completamente nuovo in cui ero entrata ma piano piano è andato scemando. Dal secondo anno mi sono scontrata con il fatto che medicina è una facoltà prettamente teorica in cui si passano intere giornate sui libri senza alcun risvolto pratico, mentre io sono una persona molto dinamica e che ha bisogno del contatto diretto con il paziente. Le poche attivita pratiche fatte a medicina consistevano in noi studenti attorno al letto del malato come dei pali a non fare praticamente nulla. Mentre quando ho avuto l'occasione di inserirmi in un' attività pratica sul prelievo venoso per gli studenti di infermieristica mi sono appassionata moltissimo. Mi è nata quindi l'idea di entrare a infermieristica, grazie anche all'esperienza in ospedale dopo un intervento in cui le infermiere mi hanno fatta sentire a casa nonostante la sofferenza fisica. Non ho paura della fatica fisica o di dover fare anche mansioni umili, penso che sia una parte fondamentale dell'accudimento di un paziente. Il mio timore è che sia solo questo. Mi spiego meglio: la mia idea di infermiere è di una figura che opera a 360 gradi per il benessere del paziente e che quindi può avere giornate in cui ci saranno mansioni più umili da svolgere ma anche altre in cui si potrà assistere il malato in modo più complesso. E che nel complesso entra a contatto diretto con il paziente, va a conoscerne la storia e le sofferenze. Che va a fare il giro dei letti il mattino e pur non potendo somministrare farmaci autonomamente o decidere terapie (cosa a cui non ambisco in realtà) si occupa di un aspetto secondo me altrettanto fondamentale e cioè il dialogo quotidiano con il paziente in cui credo si possa comunque conoscere la sua storia sia clinica che personale. Però queste sono mie idee basate su ciò che nelle mie minime esperienze ospedaliere ho visto fare agli infermieri, ma non so se siano oggettive o meno quindi mi piacerebbe avere un vostro consiglio. Attorno a me le persine non mi sono d'aiuto perché quando dico che voglio lasciare medicina per infermieristica sgranano gli occhi come se stessi decidendo di andare in miniera ma io credo sia frutto dei mille pregiudizi su questa professione. Perciò mi piacerebbe un pare di persone sul campo. E gia che ci sono vi chiedo anche se avete consigli sulla sede emiliana in cui potrei trovarmi meglio. Grazie in anticipo :)
Lilli.gaspari
 
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Messaggioda SARAGND1 05 set 2017 21:15

Ciao Lilli, sono un'infermiera e lavoro in un ospedale del veneto, ho studiato qui per cui non so consigliarti una sede emiliana. Ti posso dire che le due professioni, medico e infermiere, sono separate da un abisso! Si sa che il medico deve studiare molto di più, ma guadagna molto di più, ha anche responsabilità maggiori e il compito ingrato di comunicare diagnosi a volte infauste. L'infermiera si occupa del paziente a 360 gradi e ciò comprende incarichi di responsabilità ma anche azioni umili come rifare i letti, pulire sederi e raccogliere il vomito dal pavimento. E non tutti ti ringraziano. Anzi spesso nessuno ti considera perché i pazienti si fidano delle parole del medico, che magari gli ripete le stesse cose che gli hai detto tu ma ha il camice, e quindi non si mette in dubbio, mentre tu che sei infermiera cosa ne sai?
Concludo: anche se per alcune persone sono solo una vuota pappagalli e mera esecutrice di ordini del medico, non cambierei il mio lavoro. Perché essere infermiera non è mai noioso, ti mette di fronte a situazioni di vita che la maggior parte della gente neanche immagina, ti insegna qualcosa di nuovo ogni giorno e ti aiuta a scoprire te stesso oltre che le altre persone. Lo affermo con certezza perché prima di scegliere questa strada ho fatto altri lavori e non ne ero mai soddisfatta.
SARAGND1
 
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