L'ondata di sindromi respiratorie, che si sta registrando in tutta Italia nelle ultime settimane e che in questi giorni sta raggiungendo il picco di contagi colpendo sia adulti che bambini, sta impattando pesantemente non solo sui Pronto Soccorso che sono presi d'assalto intasando i dipartimenti di emergenza urgenza ma anche sulla sanità territoriale. I numeri ufficiali relativi alla varie affezioni sono importanti, anche se i dati sono fortemente sottostimati su tutto il territorio nazionale.
Forte epidemia influenzale: medici di famiglia oberati di richieste
Stanno circolando in uguale misura sia Sars-CoV-2 che il virus influenzale ma quello maggiormente diffuso è il virus respiratorio sinciziale (Rsv), responsabile della bronchiolite nei bambini più piccoli, una malattia che richiede cure intensive e che sta mettendo in crisi i pronto soccorso pediatrici dove nell'ultimo mese gli accessi sono triplicati.
In molte pediatrie sono stati sospesi i ricoveri programmati di bambini con malattie croniche che devono essere sottoposti a interventi chirurgici pianificati al fine di dare la possibilità ai bambini con bronchiolite di essere ricoverati, così che circa il 90% dei letti disponibili sono occupati da bambini colpiti da Rsv.
Mentre i casi più fragili di ogni età maggiormente esposti ai vari patogeni – Covid, influenza, virus respiratorio sinciziale ed altri agenti batterici e virali responsabili di episodi acuti di bronchite asmatica e polmoniti - finiscono per essere necessariamente ricoverati, i circa 40 mila medici di famiglia segnalano che stanno affrontando un aumento significativo di contatti telefonici e telematici, sino a quattro milioni al giorno rispetto ad una media di circa 2 milioni nei giorni ordinari, per la richiesta da parte della popolazione generale di visite ambulatoriali e domiciliari, informazioni e consigli sanitari anche per evitare ricoveri, certificazioni di malattia.
Si tratta della più forte epidemia influenzale degli ultimi 10 anni
ha dichiarato il Presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), Alessandro Rossi, illustrando il tasso di incidenza del virus influenzale che ha raggiunto i 17,2 casi per mille assistiti. Significa che oltre un milione di persone si è ammalato sino alla vigilia di Natale ma i numeri sono destinati a crescere ulteriormente dalla prossima settimana. Come medici di famiglia siamo oberati di richieste. C'è un assalto alle nostre prestazioni, come a quelle di tutti i sanitari
, sottolinea Rossi anche se, ricorda, l'accesso dopo la pandemia avviene solo su appuntamento e la ricetta dematerializzata consente di non provocare affollamenti rischiosi per la diffusione dei contagi.
Il presidente della Società italiana malattie respiratorie infantili (Simri), Fabio Midulla, responsabile del reparto di pediatria d'urgenza del Policlinico Umberto I di Roma, mette altresì in guardia sul rischio che il picco di virus respiratori possa continuare alla riapertura delle scuole dopo le festività natalizie.
Per evitare il contagio di altre persone la prevenzione primaria è fondamentale. Raccomanda pertanto di lavarsi spesso le mani ed usare la mascherina se si è raffreddati, allertando i genitori di non far rientrare in comunità i bambini se non ancora perfettamente guariti o se presentano sintomatologia suggestiva, perché il contagio avviene soprattutto con le goccioline di saliva più grandi che stanno sulle mani
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