A cominciare dalla prossima legislatura, le competenze dell’attuale dodicesima Commissione Igiene e Sanità del Senato confluiranno nella nuova decima Commissione “Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale”. A più ampio raggio, le Commissioni permanenti scendono da 14 a 10. La Federazione Cimo-Fesmed esprime la sua contrarietà a questa decisione: «Per salvare la sanità italiana occorre assumere impegni precisi, che difficilmente potranno essere dibattuti presso una Commissione generalista».
Approvata la riforma del regolamento in Senato
Il Senato ha approvato la riforma del regolamento con 210 voti favorevoli e 11 contrari. Proposto dalla Giunta per il regolamento, il testo entrerà in vigore a cominciare dalla prossima legislatura che vedrà ridotto il numero dei parlamentari. Tra le novità, la riduzione da 14 a 10 delle Commissioni permanenti. Alcune di loro sono state accorpate; altre, invece, hanno acquisito nuove competenze. In particolare, le competenze dell’attuale dodicesima Commissione Igiene e Sanità confluiranno nella nuova decima Commissione “Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale”.
Bisogna puntualizzare che il testo proposto dalla Giunta, preceduto dalla relazione introduttiva dei senatori Vincenzo Santangelo (Movimento 5 Stelle) e Roberto Calderoli (Lega per Salvini premier), ridefinisce, in primo luogo, sia il numero sia le competenze delle Commissioni permanenti, «in considerazione del fatto – spiega una nota del Senato – che la riduzione di un terzo dei componenti del Senato renderebbe poco funzionale la conservazione di quattordici Commissioni in composizione eccessivamente ridotta».
Una decisione, questa, che a distanza di poche ore già non convince la Federazione Cimo-Fesmed – lo scorso mese, lo stesso sindacato aveva espresso tutta la propria contrarietà dopo aver ascoltato l’annuncio della vicepresidente e assessore al welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, in merito all’avvio della sperimentazione in alcune Asst: «Gli infermieri saranno impiegati anche in tema di cure primarie, offrendo supporto e supplenza per affrontare la carenza di medici di medicina generale» – secondo la quale «per un ambito articolato e ampio come quello sanitario neppure il riguardo di una Commissione ad hoc, accorpato invece in un fritto misto con lavoro e previdenza. Ciò la dice lunga sulla considerazione che si ha della sanità, dopo anni di applausi, cortei e ringraziamenti per i cosiddetti eroi della pandemia».
Diramando una nota, il sindacato evidenzia: «Non ci stupiremo, dunque, se i programmi elettorali dei partiti politici non accenneranno a soluzioni concrete per i problemi del Servizio sanitario nazionale. Né se il Fondo sanitario nazionale continuerà ad essere un fritto misto simile alla futura decima Commissione del Senato, ponendo di volta in volta gli amministratori dinanzi alla scelta di tutelare i diritti dei pazienti o dei lavoratori». E ancora: «Non ci stupiremo se le criticità che quotidianamente il personale sanitario denuncia continueranno a rimanere inascoltate». Ragione per cui la Federazione Cimo-Fesmed valuta che «per salvare la sanità italiana sia necessario assumere impegni precisi, che difficilmente potranno essere discussi in una Commissione generalista: così facendo rischiamo di non risolvere nessun problema né in sanità, né sul lavoro, né in materia previdenziale».
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