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Salute

Polmonite da mycoplasma, boom di casi anche in Francia

di Monica Vaccaretti

Mentre in Cina i dati sulle polmoniti infantili non diagnosticate continuano ad essere incompleti, si sta registrando nelle ultime settimane un aumento significativo ed anomalo dei casi anche in altri Paesi asiatici, come in Vietnam, ed europei, soprattutto in Francia dove l'infezione è cresciuta in maniera aggressiva del 36% nei bambini e nei ragazzi sotto i 15 anni.

Francia: allarme per il batterio Mycoplasma pneumoniae

polmoniti cina

La polmonite da Mycoplasma sembra colpire soltanto i bambini perciò, gli esperti, ritengono che non stia circolando un nuovo agente patogeno.

Si conferma che l'agente eziologicamente responsabile dei casi d'Oltralpe è stato individuato nel Mycoplasma pneumoniae, un batterio noto che muta costantemente e che è causa comune di polmonite acquisita in comunità (CAP).

Si tratta di un patogeno molto diffuso che, secondo gli infettivologi, non circolava in modo epidemico da 10 anni. Gli esperti sono comunque allarmati per i rischi legati all'antibiotico resistenza, fenomeno dilagante a livello globale che preoccupa la comunità scientifica da qualche anno.

L'antibiotico comunemente usato per questo tipo di polmonite - l'azitromicina, che è a lunga durata d'azione - risulta resistente in tutto il mondo ma non sono attualmente disponibili dati aggiornati sui tassi di resistenza. Non disponiamo purtroppo di informazioni sufficienti per misurarli a causa della mancata circolazione dei batteri, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19, ha reso noto in un comunicato il Dipartimento di Malattie infettive e tropicali dell'ospedale Tenon di Parigi.

La comunità scientifica è concorde nel sostenere che l'aumento delle infezioni respiratorie nei bambini in vari Paesi sia causato da un gap immunitario post pandemia che espone maggiormente al rischio di contrarre infezioni comuni come l'influenza e il virus sinciziale respiratorio (Rsv).

Poiché la polmonite da Mycoplasma sembra colpire soltanto i bambini non interessando la popolazione adulta, gli esperti ritengono inoltre che non stia circolando un nuovo agente patogeno. Lo conferma anche il direttore scientifico della Società Italiana di Malattie infettive e Tropicali (SIMIT), il professor Massimo Andreoni, secondo il quale se fossimo di fronte ad un germe sconosciuto sarebbe evidente un aumento di casi in ogni fascia di età, perché tutti sarebbero ugualmente immuni come è successo con Sars-CoV-2.

Tuttavia, poiché in passato è stato piuttosto raro identificare veri e propri focolai di polmoniti da mycoplasma pneumoniae, egli ritiene che l'andamento epidemico di questi contagi sia dovuto ad una circolazione concomitante di altri virus stagionali, come confermato dalle autorità cinesi.

Secondo il direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Vaia, in Italia non c'è attualmente nessun allarme, si prevede tuttavia che anche nel nostro Paese si registrerà un aumento di casi di polmoniti e bronchioliti nelle prossime settimane.

È necessario, pertanto, continuare un'attenta sorveglianza e tenere conto che possiamo mettere in campo misure che possono prevenire le polmoniti come l'uso delle mascherine in comunità, tornate raccomandate in Francia.

La terapia è specifica con antibiotici che non hanno un'azione sulla parete batterica, poiché essa è assente nei micoplasmi. Si usano quindi macrolidi, tetracicline o fluorochinoloni. Ma poiché in età pediatrica molti antibiotici non sono somministrabili, risultano indicati preferibilmente l'azitromicina, la claritromicina e la doxiciclina, tutti appartenenti alla categoria dei macrolidi.

Tuttavia, è stata riscontrata in tutti i continenti una resistenza ai macrolidi, a volte con percentuali molto alte come in Cina dove non risponde alla terapia oltre l'80% dei soggetti colpiti da questa polmonite.

Gli studi dimostrano che i bambini colpiti da infezioni dovute a ceppi resistenti ai macrolidi presentano una sintomatologia più pesante e persistente rispetto a quelli infettati da ceppi sensibili a questi farmaci. I medici ritengono universalmente che dovrebbero essere adottate misure adeguate per frenare tale resistenza, altrimenti si arriverà ad una situazione molto pericolosa in cui non ci saranno farmaci disponibili per i pazienti pediatrici.

Utilizzando altri tipi di antibiotici si aumenta inoltre la probabilità che emergano ulteriori ceppi multi-resistenti, rendendo altre comuni infezioni difficili o impossibili da trattare. L'Oms ha sottolineato che così si aumenta notevolmente il rischio di diffusione generale delle infezioni che, in assenza di terapia adeguata, possono portare a malattie gravi sino alla morte. Alcuni studi suggeriscono che si potrebbe orientare il trattamento delle polmoniti da Mycoplasma pneumoniae ad un macrolide a breve durata d'azione, l'eritromicina, ma i risultati attesi richiedono un processo a lungo termine.

Infermiere

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