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Piano straordinario per la messa in sicurezza degli ospedali

di Redazione

Considerando l'attuale situazione critica di degrado strutturale in cui versano diverse strutture del patrimonio sanitario pubblico, è stata approvata una risoluzione unanime che impegna il governo a promuovere un piano straordinario ed urgente di edilizia sanitaria per mettere in sicurezza gli ospedali. Viene posta particolare attenzione allo stato degli immobili, perché troppe strutture sanitarie (circa il 35%) non sono a norma e non rispondono a criteri di messa in sicurezza per incendi ed eventi sismici.

Via libera al piano per la messa in sicurezza del patrimonio sanitario pubblico

sicurezza ospedale

Approvata una risoluzione che impegna il governo a promuovere un piano straordinario ed urgente per mettere in sicurezza gli ospedali.

Il documento, che è stato esaminato dalla decima commissione Sanità del Senato, fa specifico riferimento alle norme vigenti in materia di sicurezza antisismica e antincendio.

Tragedie come quella del rogo all'Ospedale di Tivoli, che hanno causato vittime, non devono più accadere, ha dichiarato il Segretario nazionale della Ugl Salute, Gianluca Giuliano secondo il quale la ristrutturazione, l'ammodernamento e la messa in regola dell'edilizia sanitaria su tutto il territorio nazionale deve essere una priorità assoluta del rilancio del SSN. Chiediamo dunque che tutte le procedure di programmazione e progettualità per dare inizio ai lavori di adeguamento delle strutture interessate vengano velocizzate.

La risoluzione n.14 approvata lo scorso 18 gennaio è un atto di indirizzo che ha lo scopo di risolvere alcune rilevanti criticità procedurali ed attuative connesse alla realizzazione del programma pluriennale di interventi finalizzati alla ristrutturazione edilizia e all'ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico.

Si prefigge di accelerare le procedure per l'impiego delle risorse ed identificare le fonti di finanziamento da mettere a disposizione delle Regioni. Pone l'obiettivo soprattutto di rendere più efficiente il loro utilizzo adottando il cosiddetto “metodo Pnrr”, ossia stabilendo scadenze per ogni fase di avanzamento degli interventi e tempi di attuazione molto precisi, nonché meccanismi di monitoraggio e di rendicontazione.

La risoluzione fissa tempi urgenti: stabilisce che entro il 30 marzo 2024 ciascuna Regione è tenuta, nella propria programmazione, ad effettuare la valutazione dei fabbisogni in materia di messa in sicurezza delle strutture sanitarie con l'identificazione della priorità e della complessità degli interventi.

Entro 30-60 giorni dal completamento della ricognizione dovranno essere firmati gli accordi di programma e dovrà altresì essere condotto un periodico monitoraggio dell'avanzamento degli interventi, con scadenza almeno semestrale. In prossimità di ognuna delle scadenze individuate, ogni Regione è tenuta ad informare il Parlamento sullo stato di attuazione del Piano.

Si stima che per realizzare il Piano servano 30 miliardi, ma le risorse sono già disponibili perché, negli anni scorsi, gli stanziamenti sono stati in gran parte inutilizzati e altre disponibilità possono essere trovate tramite l'Inail e i fondi di coesione per le aree del Sud.

Da un'indagine condotta dalla Corte dei Conti emerge che, a causa della lunghezza e della farraginosità burocratica, oltre 10,5 miliardi già stanziati per l'edilizia sanitaria non sono stati utilizzati dalle Regioni.

Secondo la senatrice Ylenia Zambito, componente della commissione che ha esaminato ed approvato la risoluzione, si tratta di un primo passo per assicurare il rispetto delle norme di sicurezza sia negli ospedali che negli ambulatori sanitari. Ritiene inoltre che sia uno sforzo necessario ed urgente anche migliorare la legge 67/1988 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato) per arrivare, con un iter più rapido e semplice, al completo utilizzo delle risorse destinate alla ristrutturazione edilizia e all'ammodernamento tecnologico.

Quello che molto spesso frena questi interventi di messa in sicurezza sono le difficoltà procedurali legate all'utilizzo delle risorse, conferma Giovanni Migliore, presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie ed Ospedaliere (Fiaso) che si dice pronta ad aprire un tavolo di confronto sulle regole. La risoluzione va nella giusta direzione per affrontare le difficoltà delle aziende sanitarie nei percorsi di attuazione della normativa relativa alla sicurezza.

È possibile anche nel nostro Paese eseguire una grande opera pubblica con tempi e risorse certe, come la ricostruzione del Ponte Morandi a Genova ha dimostrato. Possiamo farlo anche per la messa in sicurezza e la ricostruzione degli ospedali e delle strutture sanitarie pubbliche, sottolinea il presidente della Fiaso.

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