Necessaria una vigile sorveglianza delle mutazioni emergenti di H5N1
Un team di scienziati ha scoperto di recente che manca soltanto una singola mutazione per far sì che il virus sposti la sua preferenza dai recettori di tipo aviario a quelli di tipo umano.
Sebbene sinora non si sia verificata alcuna trasmissione da persona a persona nell'attuale epidemia di H5N1 in corso negli Stati Uniti e il CDC continui a classificare come basso il rischio immediato per la popolazione generale , i timori degli scienziati per il rischio di una pandemia influenzale si sono fatti più forti dopo l'annuncio da parte del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie del primo caso umano ad alta patogenicità in Louisiana. L'uomo, un adulto di 65 anni con patologie preesistenti, è deceduto il 6 gennaio dopo essere stato colpito da una forma grave della malattia.
I test condotti sull'uomo durante il ricovero hanno rivelato che il virus che lo ha infettato è correlato a quelli che circolano negli uccelli selvatici e nel pollame. Dalle prime indagini epidemiologiche risulta che questa persona è stata in contatto con uccelli malati e morti in allevamenti di cortile. Sinora i sintomi riscontrati nei precedenti contagiati in America erano lievi, dalla congiuntivite a quelli simil influenzali.
Lo scorso novembre un altro caso grave documentato sul New England Journal of Medicine si è registrato in Canada, dove una ragazza di 13 anni è stata ricoverata in terapia intensiva per aver sviluppato una forma severa della malattia. Dopo i sintomi iniziali di congiuntivite, febbre, tosse, vomito e diarrea, si è verificata una progressione verso l'insufficienza respiratoria (LINK), polmonite , danno renale acuto, trombocitopenia e leucopenia.
Secondo il rapporto delle autorità canadesi, la giovane di Vancouver presentava concomitanti condizioni preesistenti di obesità e asma lieve. Intubata e sottoposta ad ossigenazione extracorporea, è stata trattata con terapia renale sostituiva (dialisi) e le è stata somministrata una combinazione di antivirali (amantadina, baloxavir, oseltamivir).
La paziente è sopravvissuta, le sue condizioni sono migliorate e dal 18 dicembre sta continuando la degenza in un reparto pediatrico, senza avere bisogno di ossigeno supplementare. Non è ancora chiara la fonte dell'infezione, ma dai tamponi nasofaringei prelevati durante il ricovero è emerso che il ceppo che ha contagiato la tredicenne appartiene a quello correlato al virus che attualmente circola negli uccelli selvatici, diverso da quello che sta invece colpendo i bovini, i suini e gli altri animali dell'America settentrionale.
In un articolo pubblicato su The Lancet, in cui si fa il punto sugli ultimi sviluppi sull'influenza aviaria , si spiega che il caso segnalato in Louisiana è uno dei 61 casi umani confermati di influenza aviaria negli Stati Uniti al 18 dicembre, ma si stima che possano essere molti di più per una mancata diagnosi. Risulta che oltre la metà dei casi si sono verificati in California, dove è ancora in corso un importante focolaio di H5N1 nelle mandrie di bovini da latte che si è esteso a oltre 600 aziende lattiero-casearie in tutto lo Stato.
Gli esperti ritengono che la diffusione del virus sia ormai fuori controllo per una sorveglianza non adeguata. Soltanto recentemente il governatore californiano ha dichiarato lo stato di emergenza per riuscire a rispondere in maniera più efficace all'epidemia e soltanto da dicembre 2024 è disponibile per i medici degli Stati Uniti un nuovo test per i pazienti, che analizza la reazione a catena della polimerasi utilizzando campioni di tamponi nasale.
La situazione epidemiologica, al di fuori dei lavoratori del settore agricolo sinora infettati, sta evolvendo rapidamente considerando che il primo caso umano di influenza umana non collegato agli animali è stato segnalato dal CDC all'inizio dello scorso settembre. Si trattava di una persona del Missouri, con condizioni mediche preesistenti, che era stato ricoverato in ospedale e dimesso dopo essere stato curato con farmaci antivirali.
Il paziente non aveva una nota esposizione professionale ad animali malati ed infetti, come invece accertato dal paziente della Louisiana, e non ci sono state segnalazioni di trasmissione tra i suoi contati stretti.
Sebbene un piccolo studio suggerisca che il virus che ha colpito i bovini si trasmetta principalmente attraverso il latte e le procedure di mungitura - e non tramite diffusione respiratoria -, gli esperti sottolineano che è necessaria una vigilanza continua perché il virus si sta evolvendo rapidamente come l'influenza e il suo tasso di mortalità è sempre stato molto elevato, il 52%, sin dalla sua comparsa.
Le autorità sanitarie europee hanno segnalato che tra gli 876 casi umani registrati in Europa dal 2002 ben 458 sono morti. I ricercatori ritengono che la mortalità delle infezioni umane da H5N1 potrebbe essere dovuta alla polmonite ma ipotizzano che, se il virus passasse al recettore delle vie aeree superiori, come avviene in altre influenze umane (H1, H2 e H3), la mortalità sarebbe inferiore perché la maggior parte delle infezioni sarebbe limitata alle vie respiratorie superiori e solo in rari casi alla polmonite.
Dagli studi sinora condotti risulta che l'influenza aviaria può occasionalmente attraversare la barriera di specie dagli animali agli esseri umani, come uno spillover temporaneo. Questa trasmissione richiede probabilmente l'esposizione ad un numero elevato di virus dell'influenza aviaria affinché H5N1 riesca a raggiungere il recettore umano negli alveoli e a sviluppare una polmonite bilaterale diffusa.
Tuttavia, se anche la mortalità fosse inferiore grazie alla commutazione del recettore specifico per le vie aere superiori, una trasmissione diffusa di H5N1 sarebbe da evitare in quanto potrebbe comunque pesare sul sistema sanitario per il numero potenzialmente elevato di casi concomitanti.
Anche se le autorità sanitarie continuano a definire basso il rischio di influenza aviaria per la maggior parte della popolazione ed abbiamo a disposizione candidati vaccini ed antivirali per cercare di mitigare l'influenza grave in caso di diffusione più ampia, le mutazioni evidenti nel caso canadese evidenziano l'urgente necessità di una sorveglianza vigile delle variazioni emergenti e di una valutazione della minaccia di trasmissione da uomo a uomo , ribadiscono gli esperti americani dell'Istituto nazionale di Malattie Infettive di Bethesda, nel Maryland, dove nel 1982 Robert Gallo accertò l'origine virale della pandemia di Aids isolando il retrovirus dell'immunodeficienza umana (Hiv ).
Senza una comprensione più chiara dell'entità dell'esposizione, dell'infezione, dell'evoluzione virale e della trasmissione, non saremo in grado di proteggere adeguatamente le nostre comunità da H5N1, un agente patogeno che ha dimostrato di essere una sfida globale sia per la salute animale che per quella umana , avvertono.
Riferimenti
Anderer S. First Severe H5N1 Case in US, New Labcorp Test, and Other Bird Flu Developments. JAMA. Published online January 03, 2025. doi:10.1001/jama.2024.26874
Granata G, Simonsen L, Petrosillo N, Petersen E. Mortality of H5N1 human infections might be due to H5N1 virus pneumonia and could decrease by switching receptor. Lancet Infect Dis. 2024 Sep;24(9):e544-e545. doi: 10.1016/S1473-3099(24)00460-2. Epub 2024 Jul 24. PMID: 39067462.
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