Informare le persone che fanno uso di sostanze dei gravissimi rischi per la salute derivanti dall'assunzione di Fentanyl
. È questo l'obiettivo della circolare, a carattere urgentissimo, diramata il 26 aprile dalla Direzione Generale della Prevenzione con cui il Ministero della Salute avverte gli Assessorati alla Sanità delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano sull'allarme riguardante il rischio di diffusione della sostanza sul territorio nazionale, invitando a mettere in atto la massima vigilanza. Per consentire le necessarie misure politiche e sanitarie in risposta ad un'eventuale emergenza e di contrasto al traffico illecito, la nota è stata inoltrata anche a tutte le forze di polizia e a tutte le amministrazioni competenti affinché sia rafforzata la rete di monitoraggio territoriale nonché aumentata l'attenzione in tutti i settori sociali potenzialmente esposti.
Allarme Fentanyl in Italia, identificato primo caso in eroina da strada
La massima allerta, di grado 3, è scattata in seguito alla nota dell'Istituto Superiore di Sanità che il 26 aprile segnalava l'identificazione del potente anestetico come sostanza da taglio in una dose di eroina da strada in una città italiana. Si tratta del primo caso individuato in Italia.
Sinora, dal 2018 al 2023, le attività delle forze di polizia avevano portato al sequestro di 123,17 grammi di Fentanyl in polvere contenuti in compresse, cerotti e flaconi, indebitamente sottratti a farmacie e strutture sanitarie in seguito a furti. Le indagini specifiche sul caso individuato e sulla diffusione del fenomeno sono ancora in corso.
Il Centro Nazionale dipendenze e doping dell'ISS segnala pertanto che le informazioni contenute nella circolare sono ancora provvisorie e potrebbero essere soggette a modifiche in seguito ad aggiornamenti.
Dalla circolare si evince che in data 29 marzo a Perugia il servizio mobile della USL 1 Unità di Strada ha ricevuto dai consumatori un campione sospetto da analizzare che, dopo un test colorimetrico sul posto, è stato sottoposto ad un ulteriore indagine strumentale presso il Laboratorio di polizia scientifica e tossicologia di Medicina Legale.
I risultati analitici ricevuti in data 24 aprile hanno evidenziato che il campione di eroina “tagliata” conteneva, oltre al 50% di eroina, anche il 5% di Fentanyl, il 30% di codeina e il 15% di diazepam.
Il documento sottolinea che la vendita e l'adulterazione impropria di eroina con il Fentanyl e/o i suoi analoghi, pur verificandosi sinora sporadicamente in Europa, avviene solitamente senza preavviso.
Poiché tali eventi possono causare intossicazioni potenzialmente letali che possono manifestarsi come fenomeni di intossicazione di massa, come già drammaticamente sta avvenendo da tempo negli Stati Uniti, il ministero della Salute invita le Regioni a diramare con urgenza la nota ai responsabili dei Dipartimenti per le dipendenze e dei Servizi pubblici per le dipendenze (SerD) di tutte le ASL, ai responsabili delle Comunità terapeutiche accreditate ed autorizzate delle Regioni e delle Province Autonome nonché a tutto il personale socio sanitario delle Unità mobili di strada.
Alla luce di questa prima segnalazione di diffusione ed uso del Fentanyl come droga, è stato quindi attivato il “Piano nazionale di prevenzione contro l'uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici” che, presentato lo scorso 12 marzo, è stato redatto proprio allo scopo di prevenire e limitare la diffusione di questo farmaco, comunemente usato come analgesico ed anestetico in ambito sanitario, anche tra la popolazione italiana qualora assunto come droga.
Gli effetti del Fentanyl sono simili alla morfina e all'eroina, ma risultano sino a 50-100 volte più potenti. Ne basta una dose di 3 milligrammi per scatenare un'intossicazione acuta che può portare alla morte.
Considerando la modica quantità il rischio è che si possano registrare in breve tempo migliaia di casi. Le linee guida del Piano condiviso consentono quindi di individuare tempestivamente in tutta Italia i fenomeni potenzialmente pericolosi per la salute pubblica correlati alla comparsa di nuove sostanze psicoattive e alle nuove modalità di consumo di sostanze stupefacenti già note.
Il caso di Perugia è stato individuato grazie al Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe, istituito già nel 2009 dal Dipartimento per le Politiche antidroga (DPA) e gestito operativamente con l'Istituto Superiore di Sanità.
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