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Salute

Affrontare l'antibiotico-resistenza in maniera programmatica

di Redazione

La resistenza antimicrobica è una delle principali minacce globali per la salute e lo sviluppo. Le infezioni resistenti ai più comuni e noti antibiotici hanno effetti devastanti che possono colpire chiunque, ovunque. Tuttavia, i soggetti più vulnerabili, in quanto non protetti da una copertura sanitaria universale, sono particolarmente a rischio di insorgenza e diffusione di tale resistenza. Una delle ragioni, secondo il parere dei maggiori esperti internazionali, è la limitata disponibilità di antimicrobici, vaccini e strumenti diagnostici essenziali di qualità. La comunità scientifica sottolinea che in contesti in cui le persone non hanno accesso a servizi di prevenzione, diagnosi adeguate e trattamenti di qualità sia più probabile che malattie prevenibili e curabili si diffondano e non vengano diagnosticate o vengano diagnosticate in modo errato, aumentando così la necessità di consumo di antibiotici e la minaccia della resistenza antimicrobica.

Uso improprio di antibiotici è il più grande fattore modificale dell'AMR

donna prende antibiotico

La resistenza antimicrobica è una minaccia per la salute e lo sviluppo globali.

Altri fattori chiave sono la sepsi, che contribuisce in modo significativo all'uso di antibiotici ad ampio spettro e la mancanza di un'adeguata prevenzione e controllo delle infezioni nonché di acqua, servizi igienici ed igienico-sanitari nelle strutture sanitarie.

I dati mostrano che oltre 1 miliardo di persone nel mondo visita ospedali con tali servizi inadeguati o inesistenti, pur essendo essenziali per prevenire mote infezioni ospedaliere. Emerge che in tali contesti gli operatori sanitari ricorrono agli antibiotici come sostituti di adeguate pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, soprattutto quando mancano formazione e consapevolezza degli effetti avversi, contribuendo di fatto all'aumento dell'antibiotico-resistenza.

Laddove poi gli antibiotici possono essere acquistati senza prescrizione medica, i due miliardi di persone che sperimentano difficoltà finanziarie a causa delle spese vive per la salute tendono ad astenersi dal cercare diagnosi e cure mediche, non potendo permettersi i servizi sanitari e ad automedicarsi.

Le limitazioni finanziarie associate ad una mancanza di alfabetizzazione sanitaria e ad una scasa conoscenza dell'uso inappropriato degli antimicrobici possono altresì indurre i pazienti ad accedere a fonti informali di assistenza sanitaria e ad acquistare antibiotici falsificati o di qualità inferiore, alimentando ulteriormente la resistenza. Si tratta di un problema rilevato in tutti i Paesi, a qualsiasi livello di reddito.

Gli esperti ritengono che gli obiettivi di salute per tutti, secondo l'agenda 2030 dell'Oms, saranno raggiunti soltanto se la risposta all'antibiotico-resistenza sarà forte, non lasciando indietro nessuno e si integrerà con gli sforzi per raggiungere la copertura sanitaria universale per tutti, ovunque.

Ritengono che la resistenza agli antibiotici possa essere affrontata in modo equo solo se le persone avranno accesso a prezzi accessibili a servizi sanitari di qualità per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento appropriato delle infezioni.

OMS: interventi di base fondamentali con approccio incentrato sulle persone

Per affrontare la minaccia della resistenza antimicrobica sulla salute umana, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato una serie di interventi di base fondamentali con un approccio sistemico incentrato sulle persone. L'approccio proposto nel documento, redatto nell'ottobre del 2023 per supportare i piani d'azione nazionali, è quello di riconoscere innanzitutto le sfide e le barriere del sistema sanitario di fronte alle quali si trovano le persone quando accedono ai servizi sanitari per prevenire, diagnosticare e curare le infezioni farmaco-resistenti.

L'obiettivo è guidare i decisori politici, man mano che i piani di azione nazionali in materia vengono sviluppati o aggiornati, nell'intraprendere azioni programmatiche e complete per mitigare il fenomeno dell'antibiotico-resistenza, mettendo le persone, le loro esigenze e il loro equo accesso ai servizi sanitari al centro della risposta all'AMR sia nella comunità che nell'assistenza primaria, secondaria e terziaria, a livello locale e nazionale.

Il documento, che propone 13 interventi principali ed alcune azioni prioritarie di accompagnamento, è progettato per affrontare l'AMR in maniera programmatica e si basa su una sostanziale revisione delle prove e del parere di esperti multidisciplinari in merito alla prevenzione delle infezioni, all'accesso ai servizi sanitari essenziali, alla diagnosi tempestiva ed accurata, al trattamento appropriato e di qualità garantita.

Per supportare tali interventi occorre assicurare una governance efficace, aumentare la consapevolezza e l'istruzione, nonché migliorare la raccolta di informazioni strategiche tramite la sorveglianza e l'implementazione della ricerca.

Si ritiene che tale pacchetto di interventi possa supportare la progettazione e la definizione delle priorità delle azioni nel settore della salute umana ai diversi livelli di attuazione. Può essere altresì integrato con un rafforzamento più ampio del sistema sanitario e con piani di preparazione e risposta alla pandemia.

Considerando che l'uso eccessivo, empirico, improprio di antibiotici è il più grande fattore modificale della resistenza antimicrobica in tutto il mondo, gli esperti ritengono che il fenomeno potrebbe comunque essere gestito anche migliorando gli strumenti diagnostici così da rilevare rapidamente, accuratamente e in modo conveniente, in termini di costi, se un paziente ha un'infezione batterica e, in tal caso, quale antibiotico sarebbe il più appropriato per curarla.

Secondo la normativa tali strumenti innovativi devono rispondere a:

Sette criteri obbligatori di valutazione
  1. necessari
  2. accurati
  3. convenienti
  4. rapidi
  5. facili da usare
  6. scalabili
  7. sicuri

Attualmente i test sulle urine hanno una sensibilità in genere inferiore al 50%, rendendo quindi probabile la prescrizione di antibiotici per ogni evenienza. Esiste poi una scarsa disponibilità di test colturali batteriologici in molti contesti sanitari dei paesi a basso e medio reddito.

Per una diagnosi altamente accurata delle infezioni del tratto urinario servono dispositivi che, incorporando anche antibiogrammi, garantiscano una sensibilità all'84% e una specificità al 99%.

Sul mercato ne esiste uno adatto, che ha superato dopo sei anni dalla sua invenzione tutti i criteri, approvato dall'Agenzia europea per i medicinali. Si tratta del sistema svedese PA-100 AST (Sysmex Astrego, Uppsala) la cui cartuccia rileva la presenza di batteri nelle urine in meno di 15 minuti e, in 45 minuti, la loro suscettibilità a cinque antibiotici comunemente prescritti per il trattamento di infezioni del tratto urinario non complicate.

Il dispositivo presenta tuttavia un costo elevato e dovrebbe essere adattato progettando una cartuccia più adatta ai profili dei patogeni nelle diverse regioni del mondo. Inoltre, per la relativa convenienza di molti antibiotici è più probabile che i pazienti scelgano ancora di pagare per un antibiotico economico e di ampio spettro piuttosto che per un test diagnostico seguito da un farmaco più appropriato e specifico ma potenzialmente più costoso.

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